Diari di Kabul

Schivo, quasi silenzioso, serio, impegnato. Un uomo al quale non piacciono i riflettori dei media. Un personaggio che con gli anni ha acquistato notorietà e grande credibilità su scala internazionale. Un comitato ha proposto la sua candidatura al Nobel della Pace. Ma Alberto Cairo non vuole neanche parlarne, non gli piacciono gli elogi eccessivi, prova fastidio quando sente che qualche giornalista lo chiama l’angelo di Kabul. Fisioterapista, responsabile dei centri ortopedici della Croce Rossa Internazionale in Afghanistan, Alberto Cairo vive e opera da oltre 20 in un paese martoriato dalla guerra. I suoi centri, sorti per curare le vittime delle mine, sono ormai 6 nelle diverse regioni del paese. In tutto 80 mila pazienti, per lo più amputati, i quali oltre a protesi e cure mediche possono a volte ottenere aiuti per l’integrazione professionale e microcrediti. Roberto Antonini lo ha incontrato in Italia dove il Dr. Cairo è recentemente venuto a presentare il suo libro “Mosaico Afghano”.