
Figlio della mezzanotte: incontro con Salman Rushdie
Laser 05.07.2013, 02:00
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“È nato Salman e gli inglesi sono scappati”, usava dire papà Rushdie. Salman Rushdie è nato a Bombay, il 19 luglio 1947. Neanche un mese dopo – era il 15 agosto dello stesso anno - il subcontinente indiano festeggiava l’Indipendenza dopo quasi due secoli di colonialismo britannico. Quella notte vengono al mondo i “ figli della mezzanotte”, quasi coetanei dello scrittore angloindiano e al centro del romanzo con lo stesso titolo. Fu subito un gran successo. Da poco è diventato un film diretto dalla regista Deepa Mehta, che ha sfidato l’inadattabilità di una storia con bambini scambiati e poteri magici. Nel 1989, la fatwa scagliata dall’ayatollah Khomeini sui Versetti satanici fa conoscere al mondo intero il nome dello scrittore, che ne avrebbe fatto volentieri a meno. Sono gli anni della clandestinità, della scorta di polizia, delle polemiche, dei colleghi che prendevano le distanze dicendo “in fondo se l’è andata a cercare, li ha provocati, ha offeso Maometto”, quasi sempre senza darsi la pena di leggere il romanzo incriminato. In Joseph Anton, l’ultimo libro uscito da Mondadori, lo scrittore racconta quegli anni. L’intervista è di Mariarosa Mancuso.
Figlio della mezzanotte: incontro con Salman Rushdie
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