Arundhati Roy (n. 1961) debutta come narratrice con Il dio delle piccole cose (1996), grandissimo successo mondiale, contestatissimo però da varie posizioni in India e fuori. Il romanzo si distingue per la costruzione geometrica impeccabile, dove alcuni tratti apparentemente secondari delle primissime pagine trovano riscontro e spiegazione nelle ultime. Vent’anni dopo, Il ministero della suprema felicità (2017), si offre come un viaggio surreale e lugubre nell’India degli emarginati, ai quali è idealmente dedicato, delle violenze fra caste e contro le donne, della guerra nel Kashmir. Di pari passo con la narrativa, Roy si dedica all’attivismo e alla saggistica sociale e politica fino a diventare una voce forte del movimento no-global internazionale, dove coraggiosamente assume posizioni originali, perfino paradossali come la sua scrittura, spiccatamente anti-americane e fortemente contrarie alla destra al governo in India dal 2014 e al premier Modi riconfermato nel 2019.
Libri presenti nel catalogo del Sistema bibliotecario ticinese (Sbt)
Roy, Arundhati. Il dio delle piccole cose. Guanda, 1997
Roy, Arundhati. Il ministero della suprema felicità. Guanda, 2017
Altri testi di Arundhati Roy, di Salman Rushdie e di Amitav Ghosh in Sbt
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