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Il Patrimonio Culturale Immateriale

L’esperienza italiana - di Patrizia Cirino ed Ebe Giovannini

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Il Patrimonio Culturale Immateriale

Laser 24.12.2013, 01:00





La Convenzione UNESCO del 2003 per la salvaguardia del Patrimonio Immateriale compie dieci anni è tempo di bilanci e di riflessioni comuni.
L’Italia presenta un grande Patrimonio Culturale Immateriale, espressione rappresentativa delle molteplici identità culturali del paese, si tratti di sistemi festivi, di pratiche sociali, di conoscenze e pratiche tradizionali legate ai paesaggi, di saperi naturalistici, generati, mantenuti e trasmessi da generazioni.
Il ruolo dei beni culturali è mutato nel tempo, i patrimoni culturali sono intesi come risorsa identitaria del territorio, beni comuni, elementi essenziali nella definizione di un modello sostenibile di sviluppo, che enfatizza i contesti locali e il coinvolgimento partecipativo delle comunità patrimoniali, quali categorie principali per la iscrizione delle proposte di candidatura avanzate nella Lista Rappresentativa del Patrimonio Culturale Immateriale dell’umanità.
All’interno della Convenzione viene assegnato un ruolo peculiare alle operazioni di archiviazione quale misura di salvaguardia imprescindibile per proteggere i patrimoni dal rischio di sparizione.
La realizzazione degli inventari è il compito più evidente degli Stati. Inventariare il Patrimonio Culturale Immateriale significa registrare ciò che è conosciuto, identificare le comunità, non interrompere la trasmissione delle conoscenze, gettare le basi per la salvaguardia a fronte dei processi di globalizzazione, con i loro effetti di omologazione culturale e del rischio di politiche inappropriate.
La maggior parte dei documenti storici ci sono stati gentilmente forniti dall'Archivio di Etnografia e Storia Sociale della Regione Lombardia (AESS).

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