Laser

L'anima di una valle (4./11)

“Valle di Muggio allo specchio”, di Clara Caverzasio

  • 21.02.2018, 10:00
TiPressScudellate (Valle di Muggio)

Scudellate (Valle di Muggio)

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Mercoledì 21 febbraio 2018 alle 09:00
Replica alle 22:35

È la valle più a Sud della Svizzera, la cui vicinanza con l’Italia, non interrotta da frontiere fino a non moltissimo tempo fa, ne ha definito un po’ i tratti e la storia. La valle di Muggio, che prende il nome dall’omonimo comune, infatti non è solo Svizzera, essendo tagliata da un confine, ma il paesaggio è unitario e unico, un museo all’aperto, non a caso premiato nel 2014 come Paesaggio svizzero dell'anno. Il territorio, con i suoi bellissimi terrazzamenti, i paesi come presepi disposti dolcemente lungo la curva di livello, e la vicinanza con l’Italia, sono però solo alcuni degli aspetti che caratterizzano questa valle: una parte importante della sua anima, infatti, è ancora contadina. Qui, non solo si trova una concentrazione poco comune per la Svizzera di vestigia della civiltà rurale ma, dopo l’abbandono degli anni ’80-’90, si assiste a un discreto ripopolamento: a scegliere di vivere in Valle di Muggio oltre a scrittori, artisti, collezionisti, anche giovani e meno giovani che riprendono o continuano l’attività agricola e forestale, che rappresenta di fatto l’unico indotto -anche se minimo- della valle, in cui la ‘valuta’ è costituita ancora dai formaggini e dallo zincarlin, cui si è aggiunta la pregiata farina del mulino di Bruzella. Nel “Laser” di oggi, andremo alla scoperta di questa valle prealpina, dolce e selvaggi a al contempo, che da Morbio o da Castel San Pietro sale fino a Scudellate per poi lasciare il posto al monte Generoso. E lo faremo con la guida preziosa di: Paolo Crivelli, presidente del Museo etnografico della Valle di Muggio e coautore del recente volume “Valle di Muggio allo specchio”, frutto di 33 anni di lavoro appassionato, che dà una visione d’assieme della Valle come bacino idrografico della Breggia, che la percorre interamente dividendola in due versanti, proprio come un libro; di Irene Petraglio mugnaia di Bruzella; di Gilberto Bossi, docente di Chiasso, che da una quarantina d’anni racconta la valle di Muggio, attraverso indagini e ricerche storiche; di Fausto Pozzi abitante di Casima; e di Alberto Nessi, il poeta chiassese, Gran Premio svizzero di letteratura 2016, che da quasi quindici di anni si è trasferito a Bruzella, dove ha ritrovato il luogo mitico della sua infanzia.

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