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Il dilemma dei giudici stranieri

Cittadini svizzeri alle urne il 25 novembre per esprimersi in merito all’ iniziativa sull’autodeterminazione

  • keystone
  • 30.10.2018
  • 36 min
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Si tratta di una semplificazione del quadro giuridico, volta a determinare il primato del diritto elvetico in caso di conflitto con le norme internazionali, oppure di una norma quasi inapplicabile, considerando le migliaia di accordi internazionali già sottoscritti dalla Svizzera? L'iniziativa popolare denominata “il diritto svizzero anziché giudici stranieri” detta anche “iniziativa per l'autodeterminazione” ha lo scopo dichiarato di regolare e disciplinare i rapporti fra la nostra costituzione e il diritto internazionale. Chiede che in caso di dubbio e conflitto sia sempre il diritto svizzero a prevalere. La Svizzera insomma non potrebbe più applicare il trattato controverso a meno che non sia stato assoggettato ad un referendum. L’iniziativa popolare era stata lanciata dall’UDC che aveva denunciato in un paio di casi (espulsione dei criminali stranieri, iniziativa contro l’immigrazione di massa) un’applicazione troppo blanda del testo votato, anche a causa della preminenza delle norme internazionali in vigore. Quale è allora l’interesse prioritario? Meglio denunciare in caso di conflitto i trattati internazionali oppure è preferibile mantenere un profilo basso, visti i grandi interessi della Svizzera nei suoi rapporti con l’estero? Pareri a confronto a modem con Roberta Soldati, avvocata, consigliera comunale a Losone nelle liste UDC, del comitato giuriste e giuristi a favore l’iniziativa, e l’avvocato Paolo Bernasconi contrario. Interventi registrati del promotore dell’iniziativa Hans-Ueli Vogt, consigliere nazionale UDC, e della consigliera federale Simonetta Sommaruga.

Modem su Rete Uno alle 8.20, in replica su Rete Due alle 19.25. Ci trovate anche sul Podcast e sulle app: RSINews e RSIPlay

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