Officine Idroelettriche della Maggia
Millevoci

Ancora sui deflussi minimi 

Di Isabella Visetti

  • 27.09.2023
  • 40 min
  • Isabella Visetti
  • Ti-Press
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Si è tornati a parlare di deflussi minimi residuali, tema sensibile e spinoso. Lo ha fatto di recente il Consiglio nazionale durante la discussione sulla Legge federale su un approvvigionamento elettrico sicuro con le energie rinnovabili e la votazione su un allentamento delle prescrizioni in materia di deflussi residuali che sarà possibile per le centrali idroelettriche solo in caso di penuria energetica.

Ma se ne dovrà tornare a parlare anche in Ticino perché la decisione, definita storica, approvata dal Gran consiglio nel febbraio del 2019, per deflussi minimi nel Ticino, nel Brenno e nella Maggia è bloccata da un ricorso delle Officine idroelettriche della Maggia (OFIMA) e di Blenio (OFIBLE), che hanno ritenuto la soluzione proposta troppo penalizzante, ricorso poi accolto dal Tribunale amministrativo cantonale (TRAM) nell’aprile del 2022.

Tutto da rifare o quasi, per una questione che sembrava risolta e invece ci si trova alla casella di partenza, ma in un contesto decisamente mutato, sia dalla siccità, sia dalla crisi energetica con la risorsa acqua sempre più preziosa e richiesta, sia per interessi economici, sia per esigenze ambientali. Uno spiraglio forse lo potrà offrire l’approvazione della Legge cantonale sulla gestione delle acque, un punto di svolta sarà senza dubbio la scadenza delle concessioni delle centrali idroelettriche, con la riversione degli impianti, quando sarà possibile l’applicazione piena della Legge federale sulla protezione delle acque, ma la prima per la Maggia scade nel 2035…

Approfondiamo il tema a Millevoci con
Giovanni Bernasconi, ingegnere, direttore della Divisione dell’ambiente del canton Ticino
Urs Luechinger, geologo, presidente della Federazione ticinese dell’acquicoltura e la pesca

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