Certamen 1246 (Edizioni Besa 2019) è prima di tutto un romanzo. E nonostante il titolo possa far pensare a un contemporaneo algoritmo, sulla copertina del libro si può leggere in un tondino evidenziato: “Una storia di sacrificio e lealtà alla corte di Federico II”. Sacrificio che non riguarda soltanto uno dei protagonisti del libro, ma potremmo aggiungere – senza enfasi – anche l’autore Giovanni Casella Piazza che alla stesura di questa corposa opera ha dedicato qualche lustro.
Dal giornalismo alla letteratura (Casella è stato anche direttore di una testata giornalistica ticinese) il passo è non di rado breve, meno breve invece quello del salto temporale che ci riporta indietro all'epoca dell’imperatore e re di Sicilia Federico di Svevia, “Stupor mundi” sotto il cui regno politica, diplomazia, letteratura e cultura “umanistica” conobbero un momento di significativa trasformazione e sviluppo. La narrazione, condotta dall’autore con agile scrittura, prende avvio nel 1268 a Como, (lontano quindi dalla corte di Federico a Palermo) e si dipana attorno all’enigmatica e tormentata figura dell’abate Ariberto. L’elaborata tessitura del romanzo ci riporta poi indietro di altri vent’anni, a quel 1246 del titolo, e alle contese tra il Papato e l’Impero che furono un elemento fondamentale della storia europea medievale prima della trasformazione umanistica e rinascimentale. Il romanzo di G. Casella Piazza è dunque anche l’occasione per riscoprire il Medioevo che, al di là dell’oscurità di certi suoi momenti e rappresentazioni, conobbe luminosi (e cruenti) sviluppi come all’epoca di Federico II.
Ospiti:
Giovanni Casella Piazza, giornalista, scrittore, operatore culturale
Marco Meschini, storico, esperto di Medioevo, docente alla Facoltà di comunicazione, cultura e società dell’USI
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