La Palma d’oro a “Un simple accident” di Jafar Panahi

Il Festival di Cannes ha lanciato un segnale politico sabato assegnando la Palma d’Oro al dissidente iraniano Jafar Panahi per il suo film “Un simple accident”. Il film è stato girato in clandestinità.

Il regista 64enne ha potuto recarsi a Cannes per la prima volta dopo 15 anni per ricevere il premio, assegnato dalla presidente della giuria Juliette Binoche. La pellicola è un thriller morale che esamina il dilemma di ex detenuti tentati di vendicarsi del loro torturatore. “Un simple accident” è un attacco diretto all’arbitrarietà delle forze di sicurezza ed è anche una riflessione sulla giustizia e sulla vendetta di fronte all’arbitrio.

Panahi, che è stato imprigionato due volte in Iran, Paese dal quale non poteva uscire fino a poco tempo fa, ha promesso di tornare dopo Cannes nonostante il rischio di rappresaglie. Il suo film, che segue “Anora” dell’americano Sean Baker nel 2024, è stato girato clandestinamente e il regista si è rifiutato di chiedere il permesso di girare. In barba alle leggi della Repubblica Islamica, alcune delle sue attrici appaiono inoltre senza velo.

È il secondo iraniano a vincere la Palma dopo Abbas Kiarostami per “Il sapore della ciliegia” (1997). L’anno scorso, un altro iraniano, Mohammad Rasoulof, ha vinto un premio speciale per un altro film crudele, “The Seeds of the Wild Fig Tree”. Dopo essere arrivato a Cannes illegalmente, ha scelto di restare in esilio.

Nel resto del palmarès, la giuria ha premiato una rivelazione, l’attrice francese Nadia Melliti, che ha ricevuto il premio come migliore attrice a 23 anni per il suo primissimo ruolo cinematografico in “La petite dernière” della connazionale Hafsia Herzi. Studentessa di sport, notata in un casting, interpreta Fatima, una diciassettenne musulmana che scopre la propria omosessualità. Il film è tratto dal romanzo autobiografico di Fatima Daas, pubblicato nel 2020.

“L’agente segreto”, del regista brasiliano Kleber Mendonça Filho, porta a casa due premi: miglior regista e miglior attore per il 48enne Wagner Moura, conosciuto fuori dal Brasile per la sua interpretazione di Pablo Escobar nella serie “Narcos”.

Il Grand Prix è invece andato al regista norvegese Joachim Trier per “Sentimental Value”.

Già tra i registi più premiati nella storia di Cannes, con due Palme d’Oro, i fratelli Luc e Jean-Pierre Dardenne si sono aggiudicati un nuovo premio, quello della sceneggiatura per “Young Mothers”.

Il franco-spagnolo Oliver Laxe ha vinto il premio della giuria per “Sirat”, un’avvincente immersione in un rave party allucinato e apocalittico nella terra di “Mad Max”, interpretato da Sergi Lopez. Laxe condivide il premio con la regista tedesca Mascha Schilinski, che ha esplorato cento anni di traumi familiari attraverso i destini di quattro donne in “Sound of Falling”.

Il 78° Festival di Cannes ha fatto eco alle guerre in Medio Oriente e in Ucraina, ed è stato segnato anche da una serie di dichiarazioni impegnate, a partire dall’attacco di Robert De Niro a Donald Trump durante la cerimonia di apertura.

Non è poi mancata la classica parata di star, da Denzel Washington a Tom Cruise, venuto a presentare l’ultimo “Mission: Impossible”, oltre a Scarlett Johansson, al suo debutto alla regia, e a Nicole Kidman