Da giovanissimo talento spinta a emulare i suoi modelli a numero uno al mondo che ha ispirato, forse fin troppo, il futuro del tennis. La vita di Martina Hingis è stata anche questo: da bambina veniva incitata a giocare bene come Jennifer Capriati o a vincere come Monica Seles; da giovanissima leader delle classifiche WTA era usata come modello da genitori e allenatori, come il papà della connazionale Timea Bacsinsky, che aveva addirittura abbandonato il tennis per le pressioni ricevute.
"Timea me lo ha detto subito ed è andato tutto bene, tanto che abbiamo vinto l'argento alle Olimpiadi di Rio", ha raccontato la sangallese. "Non le ho mai fatto una colpa, anche perché non ce l'aveva con me ma con il mio status". Pure la Hingis era allenata da un genitore, in questo caso la madre, e l'esperienza è stata certamente più positiva rispetto a quella della vodese: "È sicuramente più facile lavorare in famiglia, perché ci si conosce molto bene, anche se ammetto che non sempre è evidente. Si è più forti quando si lavora insieme", ha aggiunto l'ormai 37enne.
"Per il 95% essere Martina Hingis è bello, per il 5% un po' meno"
Martina Hingis
La Hingis ha risposto sorridendo con un "no grazie" dopo essere stata sollecitata su un possibile terzo comeback a margine del Ladies Open di Lugano, di cui è madrina. "Grazie al tennis ho una vita incredibile: ho girato il mondo, sto bene fisicamente ed economicamente; non avrei mai potuto lavorare in ufficio, e infatti anche oggi collaboro con la squadra di Fed Cup, seguo alcune giocatrici, vado a cavallo, aiuto mia mamma nella sua scuola... Sono fortunata, me ne rendo conto", ha concluso l'elvetica.
L'intervista a Martina Hingis (Sport Non Stop 15.04.2018)
RSI Sport 15.04.2018, 19:47