Spettacolo

“Dai sbarbato, vegn sü che te du un quader!”

Cochi Ponzoni ci racconta di quella volta che l’artista Lucio Fontana voleva regalargli un quadro dei suoi, un classico taglio nella tela: l’avrà accettato?

  • Oggi, 08:30
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  • RSI
Di: Stefano Roncoroni, Lo Specchio 

È pazzesco pensare alle prime esibizioni di Cochi Ponzoni e Renato Pozzetto. Negli anni ’60, in un’Italia abituata al varietà e alla rivista popolare, il giovanissimo duo comico “Cochi e Renato” se ne viene fuori con linguaggi estremamente surreali, quasi avanguardistici, pieni di nonsense, sulla carta troppo avanti. Ed è pazzesco pensare a chi fossero i loro primi estimatori. Una sorta di fanclub di élite che si ritrovava all’Osteria dell’Oca d’Oro di Milano ad ascoltare le loro strampalate canzoni: c’erano Enzo Jannacci, Giorgio Gaber, Dario Fo, Dino Buzzati, Umberto Eco, gli artisti Piero Manzoni e Lucio Fontana.

E proprio sul maestro dei tagli nelle tele, Cochi Ponzoni ha raccontato di recente questo aneddoto a “Lo Specchio”, trasmissione condotta da Damiano Realini.

07:09

Cochi e il quadro di Lucio Fontana (Lo Specchio, 4.5.2025)

RSI Cultura 25.06.2025, 08:30

  • LO Specchio

«Il nostro primo grande “sponsor”, è stato Lucio Fontana. Lucio Fontana parlava solo in milanese e quando noi finivamo di canticchiare le nostre canzoni diceva sempre “Ma mi ve mandi a Sanrem!”, “Ma io vi mando a Sanremo!”, per lui eravamo il massimo.

Ho una storia riguardo a Lucio Fontana abbastanza “dolorosa”!

Veniva al cabaret, facevamo sempre le ore piccole. Lui era anziano, o almeno a me sembrava anziano (magari aveva solo sessant’anni, ma io ne avevo venti), quindi lo accompagnavo a casa molto spesso.

Una, due, tre, quattro, cinque volte... alla sesta volta che lo accompagnavo mi dice: “Dai sbarbato, vegn sü che ti do un quader”, “vieni su che ti do un quadro”. Mi voleva regalare un quadro!

Non l’ho preso, perché mi sembrava di approfittare di una persona anziana, mi sembrava di essere indelicato.

Qualche anno fa, mi trovavo a New York e sulla prima pagina del “New York Times” leggo questa notizia: “Quadro di Lucio Fontana venduto all’asta da Sotheby’s per 22 milioni di dollari!”

Al che, non vi dico dove mi sarei sparato!

È stato uno shock. D’altronde, devo dire che forse non l’avrei mai neanche venduto.

Comunque, Lucio Fontana ci diceva sempre che dovevamo avere il coraggio di continuare a fare le cose che ci piacevano, senza temere il responso del pubblico: dovevamo rischiare. Noi gli abbiamo dato retta e l’abbiamo fatto: ci è andata anche bene, per fortuna!»

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