Arte

A Chiasso è Pulchritudo con la mostra dedicata a Angelo Tenchio

Le opere dello scultore e incisore comasco, scomparso nel 1994, aprono la nuova stagione del Centro Culturale, nel 15.mo anniversario della nascita

  • 3 ottobre, 16:25
  • 20 ottobre, 16:25
Angelo Tenchio, Senza titolo, 1978 (Acquatinta)

Angelo Tenchio, Senza titolo, 1978 (Acquatinta)

  • Collezione m.a.x. museo, Chiasso © Matteo Zarbo
Di: Il Quotidiano/mc 

La mostra Angelo Tenchio (1943-1994) fra arte e grafica, allestita allo Spazio Officina di Chiasso rappresenta la prima tappa del percorso di proposte della nuova stagione del Centro Culturale chiassese, raccolte quest’anno sotto il tema: Pulchritudo. Il termine latino - da pulcher, bello - va inteso, ha sottolineato Nicoletta Ossanna Cavadini, direttrice del max Museo e dello Spazio Officina, come un termine «che riprende il valore intrinseco del concetto di bellezza, una bellezza interiore, che diventa una bellezza esteriore. Dunque una bellezza non superficiale. Una bellezza non da guardare e giudicare seguendo dei modelli, degli stereotipi ».

Angelo Tenchio, Progetto per scultura, 1977 ca. (Acquaforte)

Angelo Tenchio, Progetto per scultura, 1977 ca. (Acquaforte)

  • Collezione m.a.x. museo, Chiasso © Matteo Zarbo

A cura di Roberto Borghi e della stessa Nicoletta Ossanna Cavadini, l’esposizione di Chiasso, aperta fino al 30 novembre, presenta alcune sculture e opere di grafica d’arte dell’artista comasco Angelo Tenchio (Gera Lario 1943 – Lecco 1994), tra i più importanti incisori del secondo ‘900 italiano. Si tratta della prima volta che viene presentata una selezione di opere grafiche da una ricca recente donazione al max Museo.
Circa duecento opere donate dalla moglie dell’artista, Elvira Tenchio, e dalle figlie, Carlotta e Camilla, agli Archivi del museo chiassese, relative alla produzione nello studio calcografico Tenchio di Como. 

Angelo Tenchio, La Casa, i giardini, 1977 (Acquaforte e acquatinta)

Angelo Tenchio, La Casa, i giardini, 1977 (Acquaforte e acquatinta)

  • Collezione m.a.x. museo, Chiasso © Matteo Zarbo

Eminentemente rivolto alla grafica lo Spazio Officina omaggia dunque l’opera di un grande incisore, assai legato al Ticino. Nel suo laboratorio-atelier di Como, attivo dal 1971 fino al 1994 in Via Borgovico 17 - vicino alla stazione San Giovanni - Angelo Tenchio aveva il suo laboratorio di scultura e aveva creato anche uno spazio di lavoro, un laboratorio per la grafica d’arte per sè e per altri artisti. Sono molti gli amici artisti comaschi e svizzeri, passati per il laboratorio di Via Borgovico, che affidavano a lui la stampa delle loro incisioni. Tra gli artisti più assidui: Mario Radice, Aldo Galli, Roberto Sanesi, Paolo Bellini, Giuliano Collina, Samuele Gabai, Giorgio Bellandi, Pedro Pedrazzini, Gianriccardo Piccoli. Uno spazio di lavoro ma anche di incontro e di pensiero, di confronto e di discussione sull’arte e sulla cultura, come fu l’Associazione ACAV (Associazione Como Arti Visive), fondata dal critico d’arte Luciano Caramel e che aveva sede proprio nell’atelier-laboratorio di Tenchio.

Il suo atelier è stato un luogo da dove è passata una moltitudine di artisti. Era un luogo di incontro del mondo culturale e artistico ticinese e anche un po’ del mondo milanese.

Roberto Borghi, co-curatore con Nicoletta Ossanna Cavadini 

Angelo Tenchio, Senza titolo, 1968 ca. (Ceramolle e acquatinta)

Angelo Tenchio, Senza titolo, 1968 ca. (Ceramolle e acquatinta)

  • Collezione m.a.x. museo, Chiasso © Matteo Zarbo

Angelo Tenchio si laurea in scultura all’Accademia di Brera e poi è attratto dalla grafica d’arte, inserendosi nella grande tradizione degli scultori-incisori, perché non va dimenticato che ciò che conduce al lavoro finito, alla stampa sulla carta, è il lavoro materico sulla matrice, sulle lastre.
Aspetto particolarmente interessante e peculiare della mostra di Chiasso è che dà valore proprio alla fase preliminare, ma centrale, del lavoro dell’incisore d’arte, quella della realizzazione delle matrici. Interessante poter ammirare da vicino, in mostra, quelle lastre che sono state incise dalla mano sapiente dell’artista. Carte e lastre di metallo assai preziose di uno studio calcografico rimasto a lungo chiuso in un armadio e che ora torna a vivere.

Custodivo da 30 anni tutto il suo lavoro in un armadio e non mi sembrava giusto lasciarlo morire così. E quando la dottoressa Cavadini mi ha proposto questa cosa, ho visto la luce. Ho detto: Allora questa cosa può riviere.

Elvira Tenchio, moglie di Angelo Tenchio

immagine
02:31

Angelo Tenchio, fra arte e grafica

RSI Cultura 24.09.2025, 19:00

  • Paolo Bobbià, Davide Molinelli - Il Quotidiano

Ti potrebbe interessare