Sulle colline di Lugano sorgeva un castello che fu simbolo di fasto e cosmopolitismo. Il Castello di Trevano, costruito tra il 1871 e il 1878 dal barone russo Paul von Derwies, divenne per decenni un faro di arte e mondanità, prima di scomparire nel 1961 sotto le ruspe. La sua parabola, tanto luminosa quanto effimera, è oggi al centro della mostra Tenimento di Trevano. Vicende e documenti di un Castello scomparso alla Biblioteca Cantonale di Bellinzona.
Le origini
Von Derwies scelse il Ticino per motivi personali: «I figli del barone soffrivano di una rara malattia al midollo spinale [...] su consiglio dei medici, il barone lasciò la Russia per climi più favorevoli», spiega il curatore Fabio Jermini (intervistato da Mattia Pelli in Alphaville). Dopo una residenza invernale a Nizza, il barone volle una dimora estiva sulle colline luganesi. La scelta fu favorita anche dai legami storici tra Russia e Ticino: l’architetto Francesco Botta di Rancate, già attivo alla corte dello zar Alessandro II, diresse i lavori.
Un centro culturale unico
Il Castello non fu solo residenza privata, ma un vero polo culturale. «Il barone fece costruire un teatro privato, una sala da concerti e manteneva un’orchestra stabile con un centinaio di musicisti», racconta Jermini. Concerti, spettacoli e feste animavano la villa, tanto che alla morte del barone il sindaco di Lugano Carlo Battaglini parlò di «un disastro pubblico». Von Derwies si distinse anche per la generosità: «Sono registrati molti atti come donazioni [...] 1000 franchi da distribuire ai poveri della città», oltre a feste per i bambini delle scuole comunali.

Colonia diurna al Castello di Trevano
RSI Archivi 14.07.1938, 00:00
La rinascita con Lombard
Dopo un periodo di abbandono, nel 1900 il Castello fu acquistato da Louis Lombard, imprenditore e musicista. Lo trasformò nello “Chateau de la Musique”: «Dal 1901 al 1911 tiene almeno 856 concerti», ricorda Jermini. Nel 1907 vi presentò persino un’opera in anteprima mondiale, “Errisiñola (Il pettirosso)”, con libretto di Luigi Illica. Ma nonostante questa rinascita, il destino del Castello era segnato: i costi di manutenzione e i passaggi di proprietà portarono alla demolizione nel 1961. «È altamente improbabile che oggi si possa verificare una cosa del genere», osserva Jermini, sottolineando come la sensibilità verso il patrimonio sia radicalmente cambiata.
Storia musicale del Castello di Trevano
RSI Notrehistoire 22.01.2017, 12:44
Documenti e memorie
La mostra di Bellinzona restituisce la grandezza perduta attraverso fotografie e atti notarili. Nel 1871 il terreno fu acquistato per «82.500 franchi dell’epoca, circa 1.000.000 oggi»; nel 1887 la vendita avvenne per «500.000 rubli, circa 20 milioni di franchi». Inventari dettagliati descrivono serre con palme e ananas, grotte artificiali, fontane e persino le vetture del barone. Un microcosmo di lusso e innovazione che oggi appare incredibile.
La demolizione del Castello di Trevano
RSI Notrehistoire 05.11.1961, 11:44
Un simbolo di trasformazione
Il Castello di Trevano riflette i mutamenti della società ticinese: nato come emblema dell’élite internazionale, attraversò guerre e cambiamenti culturali fino a soccombere alle logiche economiche del Novecento. La sua vicenda mostra come il patrimonio architettonico sia passato da prestigio privato a bene comune, e quanto sia importante una gestione lungimirante.
Oggi, grazie a iniziative come la mostra, il Castello di Trevano continua a parlarci. Non più attraverso mura e saloni, ma attraverso memorie e documenti che ci ricordano l’importanza di preservare la cultura. Figure come von Derwies e Lombard, pur con i limiti del loro tempo, hanno lasciato un segno indelebile. Sta a noi ricordarle, per per immaginare nuove forme di mecenatismo e collaborazione tra pubblico e privato.
Il castello di Trevano
Alphaville 26.11.2025, 11:05
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