“Calder. Sculpting Time”, l’esposizione in corso al MASI fino al 6 ottobre, esplora l’impatto profondo e trasformativo di uno degli artisti più rivoluzionari del XX secolo attraverso uno sguardo mirato. Alexander Calder (1898-1976) ha cambiato il modo in cui percepiamo e interagiamo con la scultura, introducendo la quarta dimensione del tempo nell’arte con i suoi leggendari mobiles – termine coniato da Marcel Duchamp che in francese si riferisce sia al “moto” che al “movente” – ed esplorando i volumi e i vuoti negli stabiles, i suoi oggetti stazionari così battezzati da Jean Arp. La mostra comprende oltre trenta capolavori realizzati tra il 1930 e il 1960 – gli anni più innovativi e prolifici di Calder – dalle prime astrazioni o sphériques a una magnifica selezione di mobiles, stabiles e standing mobiles di varie dimensioni.
Curata da Carmen Gimenez e Ana Mingot, “Sculpting Time” presenta anche un’ampia serie di constellations di Calder, un termine proposto da Duchamp e James Johnson Sweeney per gli amati oggetti dell’artista realizzati in legno e filo metallico nel 1943, periodo in cui il metallo scarseggiava a causa della Seconda guerra mondiale.
Si tratta della più completa monografia dedicata all’artista americano da un’istituzione pubblica in Svizzera negli ultimi 50 anni.
Calder
Alphaville 09.05.2024, 11:05
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