Grandi mostre

Chagall il pittore delle emozioni e della Storia

Palazzo dei Diamanti di Ferrara dedica una grande mostra a Marc Chagall e il suo tempo, un omaggio all’opera di uno tra i più amati maestri dell’arte del Novecento

  • Oggi, 10:00
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Marc Chagall, La sposa dai due volti, 1927

  • © Marc Chagall, by SIAE 2025
Di: Maria Chiara Fornari 
Forse esistono dimensioni che
l’occhio solo non sa vedere.

Marc Chagall

Marc Chagall (Vitebsk, 1887 – Saint-Paul de Vence, 1985) pittore russo, di origine ebraica chassidica, naturalizzato francese, è artista poliedrico e con uno stile del tutto personale. Tra gli artisti del ‘900 è forse quello che più di tutti sfugge a etichette e categorizzazioni stilistiche. Tanto personale e riconoscibile con le sue case, le caprette e le eteree figure umane che fluttuano nel cielo da non passare inosservato né sfuggire certo, anche ai più distratti.
Nato in un paese dell’allora Russia, attuale Bielorussia, in quasi 100 anni di vita ha attraversato gli eventi peggiori della storia del secolo scorso. Eventi che ha raccontato, a suo modo e dove ritorna il vissuto doloroso della persecuzione ebraica della Russia zarista, vissuti della sua infanzia, ma che è consapevole, lo siamo anche noi, somigliano ad altri di ieri e di oggi.
Del resto la Storia si impone nella sua autobiografia fin dal primo giorno di vita. La sua data di nascita è legata ad un pogrom, i cosacchi irrompono nel suo villaggio e distruggono la sinagoga. Un evento che lo segna per sempre, riferendosi a quegli eventi diceva «Io sono nato morto». Un morto che trova comunque nell’arte la sua rinascita, una vera e propria resurrezione artistica tanto immaginifica e simbolica quanto indissolubilmente legata al reale. Per sempre legata a ciò che accade attorno a lui e che osserva con il suo sguardo sempre carico di umana compassione.
Chagall vive l’espulsione dalla sua terra e vive la Shoah. Non potrà tornare in Russia per molto tempo. Nelle sue opere è riconoscibile un percorso attraverso la storia del ‘900, fatti drammatici e dolorosi, che non spengono la luce che porta dentro e che esploderà sempre nell’amore per la vita che continua, con fiducia, nell’amore per l’amata moglie, la scrittrice russa Bella Rosenfeld (ritratta in molti lavori), e per i luoghi dell’arte e del colore: Parigi, la Costa Azzurra.

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Marc Chagall, Grande nudo, 1952, Inchiostro di china e acquerello su carta

  • © Marc Chagall, by SIAE 2025

L’importante operazione messa in atto dalla grande mostra in corso a Ferrara, a Palazzo dei Diamanti, permette di riconsegnare Chagall al suo tempo, alla sua storia e alla Storia. Offrendoci l’opportunità di accedere ad una conoscenza dell’artista, per molti noto come un sognatore visionario, ma che, per la sua eccezionale capacità di cogliere e sentire le emozioni umane, rappresentarle e metterle in evidenza nel suo lavoro, è stato ed è - con le opere che ci ha lasciato - un grande testimone e osservatore critico della sua epoca.
Le sue figure che si librano nel cielo e che ci appaiono come profondamente irreali, sono assai più reali di quel che possono risultare ad una lettura superficiale, non sono oniriche, ma metaforiche, profondamente connesse con il mondo delle emozioni. Il mondo delle reazioni interiori che siamo tenuti a tutelare, reattivo rispetto a ciò che ci accade all’interno e all’esterno. Meccanismi sensibili, interiori cui l’artista dà ampia legittimità, che diventano elementi della realtà, assumendo forma, luci e ombre, colori, simboli. Insomma Chagall fu assai meno onirico di quel che erroneamente spesso si pensa. Malgrado l’invito di André Breton, si guardò bene dall’aderire al movimento surrealista. Aveva assai cara la sua indipendenza e amava guardare alle avanguardie, ma da osservatore esterno. Osservatore curioso e ammirato, talvolta critico, ma sempre con sguardo esterno. Uno sguardo comunque sempre teso ad andare al di là di quello che umanamente vogliamo e possiamo vedere con gli occhi per ridare il giusto posto all’ampio, e assolutamente umano, bacio dei moti dell’animo e della memoria affettiva che alimenta il suo mondo interiore. Il mondo di un testimone del ‘900.

Sento che il nostro problema oggi è soltanto uno: unirci.
Radunare quello che resta di noi dopo il disastro, riempire i nostri cuori di propositi nobili.

Marc Chagall, Discorso pronunciato al ricevimento del Comitato degli Scrittori e Artisti Ebrei a New York organizzato in suo onore, 27 maggio 1947

Un uomo di pace che sapeva leggere i più tragici avvenimenti della sua epoca (la guerra, l’esilio, la persecuzione ebraica) elaborarli con la pittura e con il colore per ritrovarci una speranza, una luce salvifica che ridà fiducia e riempie i cuori di affetto, tenerezza, amore.

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Marc Chagall, Doppio volto al chiaro di luna, 1950

  • © Marc Chagall, by SIAE 2025
Per noi l’infanzia è terminata, per Chagall fu senza fine.

Vittorio Sgarbi, Presidente di Ferrara Arte

Chagall fu presente nel suo tempo, ma non con un coinvolgimento politico attivo, ma pienamente artistico. Le modalità che esprime nel suo percepire e trasmettere la realtà nei suoi lavori hanno forti radici nella sua infanzia. Sono i simboli di ciò che vedeva e sentiva da piccolo. Animali, case, visioni di un mondo rurale che ha lasciato in Russia, ma che per sempre porta con sé nella sua ampia valigia di emozionati ricordi. Attraversa il ‘900, vive da vicino guerre e persecuzioni che lo costringono a fuggire altrove, eppure le sue vere uniche certezze sono in quella valigia di ricordi infantili, solidamente dentro di lui. Artisticamente conosce da vicino i più grandi artisti delle avanguardie novecentesche, eppure, pur assorbendone alcune tendenze e novità, fu abile a preservare quella sua unicità. Capace di creare un filtro tra lui e l’esterno per proteggere quello sguardo infantile tutto suo e preservarlo da ogni ingerenza esterna.

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Marc Chagall, Villaggio con sole offuscato, 1950

  • © Marc Chagall, by SIAE 2025

Nelle storie raccontate, che incrociano e fondono la sua educazione ebraica con i racconti della Bibbia, la volontà è sempre di andare i confini di un singolo popolo, raggiungere un universalismo e si rivolgono all’umanità nel suo complesso. L’accadimento da cui prende spunto è solo un punto di partenza, perché di ogni singola situazione sa riconoscere e restituire come l’essenzialità degli accadimenti si somiglino sempre nella Storia. E che forse non si ripresentano solo due volte nella storia (prima come tragedia e poi come farsa, come dice Karl Marx) ma più e più volte, nelle modalità che la Bibbia, per lui la più interessante fonte di narrazioni e di poesia, aveva a suo parere già ampiamente narrato.

Il nuovo a volte invecchia, mentre l’antico biblico è nuovo in Eterno.

Marc Chagall, Memorie

Sono 12 le sezioni tematiche affrontate dalla mostra per donare un racconto del ‘900 e della storia dell’artista attraverso le sue opere. Un percorso tematico che spiega l’iter e lo sviluppo pittorico e tematico dell’esperienza pittorica e umana di Chagall. Dalla Russia, le sue tradizioni, i suoi racconti e i suoi simboli. Storie di un piccolo villaggio dell’impero russo, dal quale porta con sé quella spiritualità che viene dall’impronta educativa, ma anche da una realtà vissuta profondamente pervasa da una presenza divina, un legame con la comunità chassidica del ghetto nel quale è cresciuto. Quel senso che ogni pittore porta nella sua opera, quel «certo aroma della sua Terra Natale che - come scrisse lui stesso - resteranno sempre nella sua opera» (Chagall, 1947). Fino alla Parigi che diventa la sua seconda casa, la città che gli svela il colore, i fiori e la luce. Passando attraverso le molteplici tematiche, soggiorni e opportunità e occasioni di lavoro che arrivano fino agli Stati Uniti. Per approdare qausi ottantenne infine nel sud della Francia, in Costa Azzurra, dove morirà a Saint-Paul de Vence, nel 1985.

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Marc Chagall, Le coq bleu, 1955-59, mosaico realizzato da Antonio Rocchi, Ravenna, MAR Museo d'Arte della città

  • © Chagall ®, by SIAE 2025

Marc Chagall è protagonista di un’altra mostra in Romagna, al MAR di Ravenna, fino al 18 gennaio 2026, è visitabile Chagall in mosaico. Una mostra che apre la IX Biennale di Mosaico Contemporaneo e che racconta per la prima volta il profondo legame dell’artista con l’antica arte del mosaico.

Chagall, testimone del suo tempo è la mostra aperta fino all’8 febbraio 2026 a Palazzo dei Diamanti di Ferrara.
200 opere, tra dipinti, disegni e incisioni, di Marc Chagall (Vitebsk, 1887 – Saint-Paul de Vence, 1985). Mostra a cura di Francesca Villanti e Paul Schneiter.

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Marc Chagall

RSI Cultura 18.10.2025, 19:00

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