Qualcuno l’ha definito il Super Bowl del mondo dell’arte. Di certo Art Basel si è confermata anche quest’anno come la più importante fiera per l’arte contemporanea del mondo. L’edizione di Basilea 2025 ha ospitato, dal 19 al 21 giugno, quasi 300 galleristi da 42 paesi, presentando al pubblico opere di 4000 artisti, dal ‘900 alla contemporaneità.
Basilea è stata trasformata anche quest’anno in un museo a cielo aperto, dove la comunità dei galleristi e degli artisti incontra collezionisti e direttori di musei, specialisti del mercato dell’arte, curatori e gli appassionati possono scoprire le ultime tendenze grazie alle fiere collaterali e a spazi alternativi. Una fiera commerciale, senza dubbio, ma che sempre più si impone come marchio culturale esportato in tutto il mondo. A febbraio ci sarà una nuova edizione nel Qatar, a Doha che aspira a essere una vera e propria istituzione nel mondo dell’arte, che intende non soltanto rispecchiare ciò che si fa, ma anche contribuire a dare forma a ciò che si fa.
Al di là dei numeri che riguardano le vendite e le presenze record, Voci dipinte ha cercato di capire, con Vincenzo De Bellis, direttore artistico e direttore generale di Art Basel, quale sia l’identità della fiera e il suo ruolo nel panorama internazionale.
https://rsi.cue.rsi.ch/cultura/arte/Art-Basel-un-brand--2917299.html
Nonostante l’attuale situazione congiunturale che ha influito sulle vendite globali, con una contrazione importante per quanto riguarda le vendite realizzate dalle case d’aste per la fascia più alta, ovvero quella delle opere milionarie. Art Basel ha resistito, anzi ha confermato la sua centralità, registrando una certa ripresa con vendite milionarie registrate già nei primi due giorni della fiera, quelli riservati ai collezionisti. Se l’anima commerciale resta preponderante, è vero che la fiera basilese ambisce diventare una vera e propria istituzione culturale con un marchio esportabile in tutto il mondo. Vincenzo De Bellis, un’edizione 2025 che comincia con un po’ di pressione, diciamo un po’ per la situazione geopolitica, un po’ per la situazione del mercato dell’arte che è sotto pressione. Siete comunque ottimisti? Siete pronti?
Questo 2025 si era già aperto con un’edizione forte di Hong Kong sopra le aspettative e dai primi dati che abbiamo dell’edizione di Basilea si conferma questo trend, nel senso che nonostante, ed è importantissimo ricordarlo, ci sia un contesto generale difficile, è anche vero che il mercato sembra sia in una fase sicuramente di ripresa. Un dato interessante è che ci sono il 38% delle vendite a nuovi acquirenti. Per noi quello è un segnale sempre molto importante. Uno dei ruoli fondamentali che hanno le fiere è quello di portare nuovi clienti alle gallerie che espongono.
Vincenzo De Bellis

Cecilia Vicuña, artista premiata da Art Basel Award, nel suo studio a New York (2021)
Art Basel è andata profilandosi come un vero e proprio polo culturale che trasforma la città stessa che la ospita. Insomma oggi è una vera istituzione culturale che dalla Svizzera si è espansa nel mondo. Ma soprattutto che guarda a valorizzare talenti nel mondo con gli Art Basel Awards , una novità di quest’anno.
Sì è un brand culturale a tutti gli effetti. È vero che ha una sua ragione commerciale e deve continuare a mantenerla, perché la sua identità è quella di essere un “marketplace”. In 4 o 5 momenti dell’anno, in diverse regioni del mondo, essere il luogo dove il mondo dell’arte si incontra per mostrare e far circolare le opere d’arte. E questo resta e deve restare il nucleo principale di quello che noi facciamo. Al tempo stesso è indubbio che un’organizzazione come la nostra abbia un peso culturale nelle città dove opera, che non può essere dimenticato e non possiamo sottovalutarlo. E gli Awards sono una risposta a questo, una risposta al fatto che noi ci dobbiamo fare carico anche di rappresentare tutto il mondo dell’arte, di rappresentarlo commercialmente, ma anche nel suo valore culturale.
Vincenzo De Bellis
Unlimited è la sezione dedicata alle opere monumentali. Forse l’appuntamento più atteso di Art Basel, le opere sono esposte in uno spazio di 16’000 metri quadri e propone un percorso artistico di grande impatto, con decine di opere d’arte monumentali, storiche e contemporanee realizzate appositamente per questa rassegna, curata per la quinta volta da Giovanni Carmine che ci svela anche il dietro le quinte di questa manifestazione, che riflette anche lo spirito dei tempi e si allinea ai temi di attualità.
Sì, diciamo che c’è un aspetto spettacolare che probabilmente attira un pubblico che non è soltanto quello degli specialisti dell’arte. E quindi diventa quasi una piazza pubblica dove vedere dell’arte ma anche incontrare delle persone passeggiare e quindi una piattaforma completamente unica. Nel mondo dell’arte non esistono musei così. Forse bisognerebbe pensare ai musei fatti così.
16’000 metri quadrati, forse anche un po’ troppo per un museo. Però magari pensare a dei musei con degli spazi aperti e più permeabili forse sarebbe una cosa interessante.
Giovanni Carmine

Marinella Senatore, We Rise by Lifting Others (2023)
Un’opera di grande impatto apre la sezione Unlimited. We Rise by Lifting Others dell’artista italiana Marinella Senatore.
Sì è una “luminaria” di Marinella Senatore. Una artista salernitana d’origine che lavora da molti anni con questi maestri delle luminarie che conosciamo dal sud Italia delle sagre e delle feste dei Santi. Lei lavora soprattutto attraverso dei workshop e con un pubblico vasto e spesso, come background per le sue opere, usa queste luminarie. La frase che decora questa luminaria “We Rise by Lifting Others” è uscita in uno di questi seminari e dimostra l’interesse per la comunità di questa artista. Un’opera ideale per cominciare Unlimited con un messaggio così positivo e importante.
Giovanni Carmine

Un'opera dell'artista svizzero Ivan Mitrovic al Basel Social Club
Usciamo idealmente dai padiglioni della Fiera e andiamo a scoprire un altro originale progetto di Art Basel che crea davvero una connessione intima e profonda con la città. Stiamo parlando di Parcours. Un percorso che si snoda lungo il vivace quartiere di Klara Strasse, dove in alcuni spazi pubblici e privati sono stati allestiti 21 progetti artistici selezionati per la seconda volta dalla curatrice Stefanie Hessler, che è anche direttrice dell’Istituto svizzero di New York. La particolarità di Parcours è quella di proporre lavori eterogenei, con linguaggi e supporti diversi, dai video all’arte digitale, dalle sculture alle installazioni realizzate in spazi inaspettati come un parco giochi, un sottopassaggio, una vetrina di negozio, una sala d’albergo o una chiesa. Sono progetti pensati e realizzati appositamente dagli artisti, che dialogano con lo spazio circostante e con il contesto urbano.
Il tema di questa edizione di Parcours è “Secondo natura”, pensando anche al modo in cui noi esseri umani alteriamo la natura, alcuni più di altri. L’intento è quello di esplorare i confini tra artificiale e naturale, confini che si stanno dissolvendo. Pensiamo soltanto al flusso di dati e algoritmi che stanno cambiando il modo in cui guardiamo la natura e il nostro stesso comportamento sociale.
Stefanie Hessler

Il marchio ART BASEL
Voci dipinte 22.06.2025, 10:35
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Art Basel ‘25
Alphaville 19.06.2025, 11:30
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