Fino al 31 agosto, la Tate Modern di Londra celebra l’incredibile figura di Leigh Bowery con una mostra che ne ripercorre l’eredità radicale e poliedrica. Un viaggio nel suo universo sfacciato e visionario che ha rivoluzionato i codici dell’arte, della moda e della performance
In una Londra post-punk, sottomessa al governo conservatore thatcheriano, Leigh Bowery è una meteora che sconvolge completamente la scena underground. Icona, performer, marziano, artista totale: non esiste un modo corretto per definirlo perché, come ha sempre dichiarato, “se mi etichetti, mi neghi.”
Nato a Melbourne, in Australia, nel 1961, Leigh si fa strada grazie a una personalità provocatoria, abbigliamenti e trucchi scioccanti e una corporeità in contrasto con l’estetica tradizionale. Le sue esibizioni trasgressive lo rendono velocemente un personaggio celebre che inizia a collaborare con numerosi artisti, gallerie, teatri, registi, fotografi e addirittura con alcune compagnie di danza, che gli chiedono di realizzare dei costumi di scena per i loro spettacoli.
La sua versatilità e il suo spirito rivoluzionario gli permettono di attraversare senza difficoltà i confini tra le arti visive, la performance e la moda, facendolo diventare un punto di riferimento imprescindibile per il panorama artistico e culturale londinese.
Nel 1985 è lui ad aprire il Club Taboo al Maximus di Leicester Square, un luogo che si impone immediatamente come tappa fondamentale per la scena della club culture. Pur essendo attivo solo per un anno a causa dei suoi continui scandali, il locale si afferma come un crocevia di vip e personalità di spicco, diventando un terreno fertile per l’esplosione dei talenti più audaci.

Leigh Bowery
Sballo, eccessi, follia, anarchia: proprio come il suo fondatore, il Taboo celebra l’unicità dello stile e l’espressione personale attraverso il vestire, riuscendo a sbloccare una Londra un po’ persa e alla ricerca di una nuova identità.
Mito del movimento drag e della comunità queer, Leigh Bowery ha fatto del suo corpo uno strumento per sfidare le convenzioni estetiche, sessuali e di genere. La sua figura ha influenzato generazioni di creativi, lasciando un’impronta vasta e trasversale. Tra coloro che ne hanno raccolto l’eredità si contano infatti artisti del calibro di Lucian Freud, Vivienne Westwood, Boy George, Alexander McQueen, Lady Gaga, David LaChapelle e molti altri.
Molti dei suoi abiti, originariamente realizzati per sé stesso e per amici e conoscenti, sono oggi custoditi negli archivi di Louis Vuitton. Un riconoscimento raro per un artista del suo genere, che conferma quanto la sua visione abbia contagiato e arricchito anche la moda più istituzionale.
L’esposizione ci racconta della sua breve ma intensa esistenza, vissuta oltre ogni limite. In un’epoca in cui perfino il mainstream cercava di inglobare l’anticonvenzionale, Bowery è riuscito a restare una figura radicale e inclassificabile, che oggi si è guadagnato il titolo di leggenda.
Leigh Bowery
RSI Cultura 19.05.2025, 11:00
“Navigando tempo e spazio”
Voci dipinte 11.05.2025, 10:35
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