Nel panorama artistico ticinese del Novecento, Giovanni Genucchi emerge come una figura luminosa e al tempo stesso schiva. Autodidatta, capace di trasformare la materia in poesia, ha lasciato un segno indelebile nella scultura, pur restando a lungo nell’ombra. Oggi, grazie al catalogo ragionato curato dalla Fondazione Atelier Genucchi di Castro e dalla casa editrice Casagrande, la sua opera viene finalmente restituita nella sua interezza.
La pubblicazione rappresenta un traguardo fondamentale: un lavoro di ricerca e documentazione che ha permesso di raccogliere e ordinare oltre settecento opere, molte delle quali prive di datazione. È stato un percorso complesso, ma necessario per restituire la coerenza di un artista che non seguiva schemi metodici, bensì un impulso creativo autentico. Come ricorda Michele Martinoni, presidente della Fondazione, al microfono di Cristina Artoni in Alphaville : «La difficoltà è stata quella di intrecciare le numerose informazioni, e collegarle alle opere reali sparse sul territorio».
Una nuova luce per Giovanni Genucchi
Alphaville 05.12.2025, 11:05
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Il legame di Genucchi con la Valle di Blenio è la chiave della sua poetica. Dopo gli anni a Bellinzona, il ritorno a Castro segnò una svolta decisiva: la natura, la quiete e le radici familiari divennero fonte inesauribile di ispirazione. «È qui che la sua ricerca artistica ha avuto nuovi stimoli. Da un lato per la natura, per il ritrovarsi a casa, nella sua valle, sentirsi anche più tranquillo nel creare, nel riflettere sulla sua creazione artistica», osserva Martinoni.

L'arte di Giovanni Genucchi
RSI Archivi 18.02.1969, 00:00
La sua scultura nasceva dal dialogo con il paesaggio, in particolare con il fiume Brenno, che scorreva a pochi passi dalla sua casa. Genucchi stesso amava dire di sé che amava «scolpire come fa il fiume; levigare e ammorbidire le linee e le forme, proprio come fa il fiume Brenno». In questa immagine si condensa la sua visione: l’arte come processo naturale, come fluire continuo tra uomo e ambiente.
La versatilità tecnica di Genucchi è impressionante. Dal legno, sua prima passione, passò alla pietra, al gesso e al bronzo, affrontando ogni materiale con la stessa intensità. Non si limitò a un solo linguaggio, ma esplorò tutte le possibilità espressive, dimostrando una curiosità instancabile e una capacità rara di adattamento.
Un ritratto di Giovanni Genucchi
RSI Notrehistoire 30.09.1984, 10:35
Il catalogo ragionato non è soltanto un inventario: è un’opera critica che raccoglie contributi di studiosi e scrittori, da Giovanni Orelli a Pericle Patocchi, confermando il riconoscimento che Genucchi ottenne dai suoi contemporanei. La critica lo ha sempre considerato uno dei grandi scultori ticinesi del secolo scorso, anche se la sua riservatezza lo ha tenuto lontano dai clamori.
La Fondazione Atelier Genucchi svolge oggi un ruolo essenziale nel preservare e diffondere la sua eredità. Attraverso iniziative come il catalogo, stimola un dibattito che non riguarda solo l’artista, ma il valore stesso della scultura nella cultura ticinese.



