Il titolo scelto dal curatore brasiliano Adriano Pedrosa per la 60. Biennale d’arte di Venezia (al via il 20.04), è quello di un’opera del collettivo italo britannico Claire Fontaine: una scritta fluorescente al neon “Foreigners Everywhere”, che si trasforma in una sorta di ready made per diventare l’emblema di una mostra dedicata ad artisti queer, outsider e indigeni.

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Una mostra e un emblema a cui il Padiglione svizzero si accorda perfettamente con le due opere realizzate dall’artista svizzero brasiliano Guerreiro do Divino Amor – che infatti ha dichiarato di riconoscersi appieno nella condizione evocata dal titolo. Due opere in cui ironia, cultura pop, riflessioni sulle identità, vere o rappresentate si intrecciano e si contaminano, scardinando forse per il visitatore qualche convinzione.
Monica Bonetti a Venezia ha intervistato il curatore del Padiglione svizzero Andrea Bellini, e l’artista protagonista Guerreiro do Divino Amor.

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