Cinema

7 film per raccontare il calcio femminile

Da “Sognando Beckham” a “Copa ‘71”, commedie, drammi e documentari per narrare un fenomeno sportivo globale

  • Ieri, 10:02
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Fotogramma da "Sognando Beckham", 2002

  • Keystone / Filmfestival Locarno
Di: Alessandro Bertoglio 

Il calcio femminile esiste sin dall’Ottocento. In Svizzera nel 1964 Madeleine Boll è la prima calciatrice ad essere ufficialmente tesserata, anche se solo per un errore burocratico della federazione. In Italia la prima squadra femminile nasce nel 1933.

Eppure, la vera esplosione del calcio femminile avviene solo nell’ultimo quarto di secolo. Tanto che anche il cinema se ne accorge. Prima del 2000, su grande schermo, di calcio femminile ce n’è poco o niente. E ci sarebbe anche da discutere, sul fatto che le prime pellicole dedicate al calcio femminile siano commedie... ma lasciamo queste considerazioni ad altre occasioni, e concentriamoci sulla storia.

Sognando Beckham, 2002

Dicevamo, le commedie dei primi Duemila.
Il primo titolo è inevitabile: Sognando Beckham di Gurinder Chadha, con Parminder Nagra, una quasi debuttante Keira Knightley e Jonathan Rhys Meyers. Premiato dal pubblico al Locarno Film Festival del 2002, e soprattutto dal botteghino (76 milioni di dollari d’incasso mondiale) non è solo il film di riferimento per il calcio femminile, ma uno dei più riusciti titoli sportivi in generale. Protagonista Jess Bhamra, ragazza di origine indiana che vive nei sobborghi di Londra; ha la passione per David Beckham, e deve combattere per far vivere la sua passione per il calcio, contro le rigide abitudini e tradizioni della famiglia, che la vogliono sposata e felice donna di casa.

Lascia che le ragazze giochino, 2018

Lascia che le ragazze giochino (2018) di Julien Hallard celebra la nascita della prima squadra femminile in Francia, in seguito ad una sfida organizzata nel 1969 a Reims dal giornalista sportivo Paul Coutard (interpretato da Max Boublin). Un riuscito mix di calcio, tentativi di emancipazione dagli stereotipi sessisti e belle battute.

Regine del campo, 2019

Regine del campo / Une belle équipe di Mohamed Hamidi (disponibile su PlayRSI) vede Kad Merad vestire i panni dell’allenatore di una squadra maschile di quinta divisione, che in seguito a una rissa viene squalificata per il resto della stagione. Con tre turni ancora da disputare e un punto da guadagnare per evitare la retrocessione, saranno le donne del paese (mogli, figlie, amiche) a scendere in campo.

Al posto di un uomo, 2006 - Il mio sogno più grande, 2007

Sono tante le storie in cui il calcio femminile è costretto a “scendere a patti” con quello maschile, inventando soluzioni ibride. In Al posto di un uomo (2006), la giovane Viola (Amanda Bynes) deve travestirsi da maschio per poter giocare nella squadra della scuola, dopo la cancellazione del team femminile. Qualcosa di simile accade, con toni più drammatici, anche in Gracie (Il mio sogno più grande) di Davis Guggenheim, che segue il percorso della quindicenne Gracie Bowen: il fratello, stella della squadra locale, rimane ucciso in un incidente, e contro tutto e tutti lei decide di prendere il suo posto in squadra.

Copa 71, 2023

Sul fronte della documentaristica, occorre assolutamente citare lo strepitoso Copa 71, di Rachel Ramsay e James Erskine. Uno dei più grandi eventi sportivi “dimenticati” della storia è infatti la prima Coppa del Mondo femminile, giocata in Messico tra l’agosto e il settembre del 1971, con tanto di finale allo stadio Atzeca davanti a 100 mila spettatori. Fu il primo Mondiale femminile, non ufficiale, realizzato con tutti i crismi del torneo maschile giocato l’anno precedente: sponsor, trasmissioni tv, merchandising... Eppure le giocatrici non ottennero quasi nessuna notorietà. Il film, attraverso materiali d’archivio e interviste con le giocatrici dell’epoca, cerca di rendere loro giustizia, come pioniere di un movimento popolare e diffusissimo, che però solo nel 1991 ha conosciuto l’onore della prima vera ufficiale Coppa del Mondo sotto l’egida della Fifa.

Home Games, 2018

Tra le numerose altre proposte, merita una visione Home Games di Alisa Kovaalenko (su Netflix), nel quale viene raccontata la storia di Alina Shilova, 20 anni, considerata una sorta di Maradona d’Ucraina. Alina gioca nella squadra femminile di un sobborgo di Kiev e viste le sue qualità e la sua grinta, entra nel giro della Nazionale gialloblù. Ma l’improvvisa morte della madre obbliga Alina a prendersi cura dei due fratellini, barcamenandosi tra la quotidianità della vita familiare e le sue speranze sportive.

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