Cinema

I tormentati di Christopher Nolan

Cosa hanno in comune Oppenheimer e un ladro di sogni?

  • 11 febbraio, 08:23
  • 12 febbraio, 08:49
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Di: Chiara Fanetti

Non hanno pace i personaggi dei film di Christopher Nolan. Sono incastrati. Sono bloccati in labirinti costruiti dalle loro stesse azioni o dai loro sentimenti. Pareti issate dall’amore o dal dovere, dalla Storia o dall’utopia. Alcuni riescono a trovare una via d’uscita, altri sembrano non volerla cercare o vedere, impauriti all’idea di lasciare la loro personale rassicurante ossessione.

A volte questi personaggi passano da un film all’altro. Si chiama Cobb il ladro manipolatore di Following, il primo lungometraggio di Nolan, uscito nel 1998. Un film in bianco e nero che pone al centro un protagonista senza nome, un giovane che passa le giornate ad inseguire la gente per le strade di Londra, alla ricerca d’ispirazione per le sue storie. Non sa che pedinare il misterioso Cobb lo porterà a compiere numerosi furti e inganni, in un susseguirsi di eventi che faranno vacillare la sua morale e la considerazione che ha di sé stesso.

È una sorta di ladro anche Dom Cobb, la figura al centro di Inception, il film che ha fatto conoscere il regista britannico al grande pubblico nel 2010. Malgrado le sue azioni siano mosse soprattutto dal desiderio di ricongiungersi ai figli, anche Dom Cobb ruba per vivere. Più precisamente, lui estrae informazioni dal subconscio delle persone, intrufolandosi nei loro sogni e manipolando ricordi, convinzioni, idee, in cambio di un lauto compenso.

Ferito e perseguitato dai sensi di colpa per un amore perduto, Dom Cobb, interpretato da Leonardo DiCaprio, ha costruito la sua personale prigione-labirinto proprio nel regno onirico, dove nasconde i suoi momenti più cari ma anche i suoi fantasmi.

Intrappolato in un eterno presente è invece Leonard Shelby. A seguito di un’aggressione, Leonard non riesce più a costruire nuovi ricordi. La sua memoria a breve termine è danneggiata e per non smarrire informazioni, azioni ed eventi quotidiani si deve appoggiare ad un sistema di fotografie, bigliettini e persino tatuaggi. Una rete di “supporti” per ricordi comunque fragile, che lo espone continuamente a rischi, inganni, malintenzionati. Senza la possibilità di andare davvero avanti nella propria vita, Leonard guarda continuamente all’unico passato che ricorda, ormai lontano, e che ha al centro una tragedia: la morte della moglie.

Memento è uno dei primi film cult del nuovo millennio. La struttura intricata, non lineare, che riavvolge in continuazione la cronologia degli eventi invertendoli, lo ha reso una specie di standard per Christopher Nolan. Una formula o un registro che ha replicato in tutti i suoi film, a volte in modo eclatante, altre più sottile, ma ricorrendo agli stessi elementi di base: ricordo, memoria, tempo, morale, conflitto. Talvolta potrebbe quasi sembrare che lo stesso regista sia, come i suoi personaggi, intrappolato in uno schema che lui stesso si ostina a non voler scardinare.

Anche il senso del dovere - o, come dice Joker, “un malriposto senso di superiorità”, descrivendo ciò che secondo lui determina le azioni di Batman ne Il cavaliere oscuro - può essere una trappola. Sono diverse le figure (sempre maschili) che nelle storie di Nolan si tormentano per un obbligo, imposto o presunto che sia. Per Joseph “Coop” Cooper allontanarsi dalla sua famiglia in Interstellar è il sacrificio da compiere per salvarla, esponendosi ad enormi rischi in un futuro distopico dove incontrerà l’infinità dell’universo e del concetto di tempo.

È un sacrificio anche quello che i Paesi richiedono ai propri cittadini quando scoppia una guerra. Dunkirk, uscito nel 2017, è ambientato nel 1940 e racconta dell’evacuazione delle truppe britanniche e alleate dalla spiaggia francese di Dunkerque. In questo film però seguiamo più storie, scandite secondo linee temporali diverse: alcune durano ore, altre minuti. Nolan gioca con la percezione del tempo in modo più “letterale” in questo caso, e il perimetro in cui i personaggi si muovono a fatica tra la vita e la morte è quello della Storia, che si riduce ad una spiaggia e allo spazio aereo che la sovrasta.

Il regista ha recentemente esplorato la seconda guerra mondiale anche dall’altro lato dell’Atlantico, portando su schermo la parabola esistenziale di J. Robert Oppenheimer, il fisico che ha contribuito in modo cruciale all’invenzione della bomba atomica.

Oppenheimer, l’uomo che ha sfidato la scienza e il sapere, che ha visto il baratro, che ha creato la fine. Colui che ha incarnato, nell’epoca moderna, il mito di Prometeo: il peccato di superbia e la conseguente punizione eterna. Un altro personaggio imprigionato, vittima di sé stesso, in conflitto con le proprie azioni ma certo di poter gestire e contenere il tempo e la memoria, anche solo per un giorno ancora.

Memento di Christopher Nolan

Alessandro Bertoglio 08.02.2024, 18:00

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