Non sarà stata proprio come la New York di Mad Men, Zurigo negli anni Cinquanta. Eppure da quei tempi e quei luoghi è nata una storia di marketing che è diventata un pezzo di storia culturale elvetica, è un personaggio che si può definire “iconico” senza risultare (eccessivamente) ridicoli: Betty Bossi, la cuoca perfetta, autrice di una rivista di cucina capace di arrivare a tirare quasi un milione di copie, all’apice della sua fama.
Dietro il personaggio, una persona: Emmi Creola-Maag, giovane pubblicitaria che per la prima volta nel 1956 pensa a un modo nuovo per promuovere i prodotti di un’azienda che commercializza oli e margarine. E crea Betty.
Oggi, la storia di Emmi (e di Betty) viene raccontata per la prima volta in un film di fiction, grazie al regista Pierre Monnard, già autore del devastante Platzspitzbaby e di molte serie televisive di successo, da Wilder a Winter Palace.
Monnard che considera la storia di Betty Bossi qualcosa di personale, in un certo senso. «Io vengo da una famiglia 100% Betty Bossi – ha spiegato a Neo al microfono di Julian Michaels – Mia nonna cucinava con le ricette di Betty Bossi, mia madre pure… e anch’io ho imparato a cucinare con quei libri di ricette. Quindi, quando mi hanno proposto di realizzare questo film, ho accettato subito, e solo lì ho scoperto dell’esistenza di Emmi Creola, che ignoravo completamente. Sono rimasto subito affascinato dalla modernità di questa donna.
La sua è una vera storia di emancipazione che può ispirare tutte le donne, che siano mamme, nonne, ancora ragazze.
Ci troviamo di fronte a una donna che lavora in un mondo di uomini, che cerca di imporre le sue idee in un mondo di uomini, che è coraggiosa. E che, allo stesso tempo, cresce i suoi tre figli e fa tutto il possibile affinché la sua storia d’amore con il marito, Ernst Creola, possa sopravvivere a tutte le difficoltà della vita quotidiana. Quindi non si può che ammirare questa “eroina del quotidiano”, come mi piace definirla».
Del cast del film fanno parte facce conosciute della filmografia di Monnard, a partire dalla protagonista Sarah Spale. «Fin dall’inizio volevo continuare a lavorare con Sarah – spiega Monnard – non c’era dubbio: le abbiamo proposto di interpretare il ruolo principale del film ben prima di iniziare a scrivere la sceneggiatura. Per quanto riguarda gli altri attori, io guardo sempre i film svizzeri, e così ho scoperto Martin Vischer, che avevo già notato in diversi film. Mi sono detto: “Ecco, potrebbe formare una coppia fantastica con Sarah”. Poi c’è Cyril Metzger, che interpreta il capo dell’agenzia e con cui ho lavorato in Winter Palace: con lui andiamo molto d’accordo, e lo trovo un attore davvero talentuoso.
C’è anche una novità: Rabea Egg, che interpreta Maxi, un ruolo importante. È una ragazza che ho incontrato proprio grazie a questo progetto, e mi è piaciuto moltissimo lavorare con lei. Insomma, è tutto un processo: ci sono persone con cui si ha voglia di lavorare di nuovo, ci sono personaggi per cui si desidera incontrare nuovi attori… Si fa il casting, si guardano film, si bevono caffè, espressi, espressini… così arrivano le idee».
Anche la sceneggiatura è affidata al compagno di molti progetti, André Küttel, che Monnard descrive così: «È un po’ il mio complice: l’ho incontrato più di quindici anni fa, e con lui ho una vera simbiosi, una vera intesa artistica. Ci piace raccontare lo stesso tipo di storie, ci piace guardare lo stesso tipo di film, ed è un vero piacere lavorare con lui perché è qualcuno che ama la commedia dentro al tragico. Gli piace raccontare storie che siano allo stesso tempo divertenti e commoventi, e io adoro proprio questo nel cinema. Ci vuole molto lavoro, per riuscire a trovare quell’equilibrio, e André è capace di farlo. Soprattutto, è qualcuno con cui c’è rispetto reciproco, proprio come con Sarah. Ringrazio André per tutto il suo lavoro, straordinario, sui copioni. È una persona che conta molto per me».

Emmi Creola-Maag, 2006
Il risultato del lavoro di Monnard e Küttel è una storia in cui l’elemento umano è sempre in primo piano, come spiega ancora Monnard: «In realtà, tutti conoscono Betty Bossi, ma nessuno conosce Emmi Creola. Ed è proprio questa la dicotomia su cui si fonda la complessità del film. Perché ovviamente c’è il personaggio di Emmi Creola, una persona reale, che sbaglia, e poi c’è la superwoman Betty Bossi, che ha sempre la risposta giusta, l’atteggiamento perfetto. Nel film cerchiamo di trovare il giusto equilibrio fra le due, e vediamo come Emmi Creola, a volte, soffra nell’essere paragonata a Betty Bossi, perché lei non ha sempre tutte le risposte: è come noi, ci possiamo identificare con lei, è profondamente umana».
«Il film è dedicato a tutte le mamme – conclude il regista – in particolare alla mia, ma anche alla mamma di Sarah, alla mamma di Martin, alle mamme di tutti gli spettatori che verranno a vedere il film. Perché penso che in tutte le nostre mamme ci sia un po’ di Betty Bossi e un po’ di Emmi Creola. Ed è per questo che le amiamo: sono combattenti, donne molto coraggiose, donne che ci hanno accompagnato – e anche, che ci hanno cucinato. E ci hanno trasmesso l’amore per il cibo».

Il film "Ciao Betty"
Prima Ora 12.11.2025, 18:00





