L’arcivescovo Georg Gänswein, storico segretario personale di Benedetto XVI, auspica che il processo di beatificazione del Papa emerito, scomparso il 31 dicembre 2022, possa prendere avvio senza attendere i tempi ordinari previsti dal diritto canonico.
«Personalmente, nutro grandi speranze che questo processo venga avviato», ha dichiarato il presule, oggi nunzio apostolico in Lituania, Lettonia ed Estonia, in un’intervista concessa all’emittente K-TV e trasmessa il 7 dicembre.
Le norme vigenti stabiliscono che una causa di beatificazione possa essere aperta solo cinque anni dopo la morte dell’interessato, salvo dispensa speciale del Pontefice regnante. Una deroga simile fu concessa proprio da Joseph Ratzinger per Giovanni Paolo II, permettendo l’avvio anticipato del processo.
Nuove interviste inedite di Ratzinger
Alphaville 20.11.2024, 11:45
Contenuto audio
In un estratto dell’intervista pubblicato dal portale cattolico tedesco Katholisch, Gänswein ha ricordato come la gioia fosse una chiave essenziale per comprendere la spiritualità e il pensiero teologico di Benedetto XVI. Per il Papa emerito, ha spiegato, la fede autentica non può prescindere dalla letizia interiore: «Se la fede non porta alla gioia, c’è qualcosa che non va nella propria vita di fede. Ratzinger, Benedetto XVI, è un teologo della gioia».
L’arcivescovo ha poi richiamato un altro tratto distintivo dell’insegnamento ratzingeriano: la fermezza sui principi fondamentali della fede. «Non dobbiamo scendere a compromessi sugli aspetti essenziali; piuttosto, dobbiamo lasciarci plasmare dal Signore, dalla fede della Chiesa», ha affermato.
Nel corso dell’intervista, Gänswein ha affrontato anche le tensioni sorte dopo la pubblicazione del motu proprio Traditionis Custodes, con cui Papa Francesco ha ristretto l’uso della Messa tradizionale in latino. Il presule ha invitato a lavorare per superare le divisioni, ricordando che nel 2007 Benedetto XVI aveva ampliato le possibilità di celebrare il rito antico con il motu proprio Summorum Pontificum.
«Credo che la saggia decisione di Benedetto XVI sia stata quella giusta e che questo percorso debba essere proseguito senza difficoltà o restrizioni», ha dichiarato Gänswein.
Un segnale di apertura in questa direzione è stato interpretato da alcuni osservatori nella celebrazione, lo scorso 25 ottobre, di una solenne Messa tradizionale in latino nella Basilica di San Pietro, presieduta dal cardinale Raymond Burke, prefetto emerito della Segnatura Apostolica. Un evento che, secondo alcuni, rifletterebbe la disponibilità di Papa Leone XIV a un dialogo più disteso sul tema.

Voci dal Libano
Strada regina 06.12.2025, 18:35







