Maestro della dissacrazione, Jean Tinguely nasce a Friburgo il 22 maggio 1925. Noto per le sue macchine mobili, costruite con materiali di recupero, estremamente rumorose (notevole, nell’opera dell’artista, il lavoro sul suono come su altri elementi immateriali: la luce,l’ odore, il fuoco), Tinguely si trasferisce a Parigi nel '53, entrando nell'avanguardia cinetica di Calder e Vasarely. Nel 1954 firma la sua prima esposizione personale mentre nel 1955 partecipa all’importante esposizione “Il Movimento” organizzata dalla Galleria Denise René che consacra l’arte cinetica.
Caratterizzata da un forte impegno di critica sociale e politica, l’arte di Tinguely è insieme celebrazione e parodia dello strapotere della macchina (emblema della sovrapproduzione e dello scompenso del capitalismo). Nel 1960 è tra i fondatori del movimento del Nuovo Realismo (insieme ad Yves Klein). Per Tinguely, “il nuovo approccio prospettico del reale” deve passare attraverso il motore elettrico e il movimento. In collaborazione con la moglie, l’artista Niki de Saint-Phalle, crea numerose opere, come la Fontana Stravinsky accanto al Centro Pompidou e partecipa ad una serie di giganteschi “happenings” dove le sue costruzioni fumano, esplodono e si disintegrano in un frastuono assordante.
Occhi vispi, mastodontici baffi, folte sopracciglia, un foulard di matrice parigina, Tinguely è un artista folle e ribelle (diffidente nei confronti del potere, dissacrante verso le convenzioni). La sua arte è innanzitutto rivolta. Basti in questo senso ricordare due aneddoti: il piano particolareggiato per gettare una bomba contro la Gioconda di Leonardo (convinto che la distruzione sia un' opera d' arte tanto quanto la creazione) e l’installazione del gigantesco fallo dorato issato nel 1970, in tutta segretezza, davanti al Duomo a Milano (inaugurato al suono di parole insensate e marcette militari di fronte a un popolo attonito).
Macchine che si distruggono da sole, sculture sonore, ingranaggi che producono segni e pittogrammi, ruote idrauliche dagli effetti musicali, l'opera di Jean Tinguely è connotata dal movimento: una sorta di omaggio dissacrante al secolo della tecnologia e del consumo. Jean Tinguely muore a Berna il 30 agosto 1991.