Letteratura

650 anni dalla morte di Giovanni Boccaccio

Perché è (ancora) importante studiare l’autore del “Decameron”

  • Ieri, 17:00
  • Ieri, 17:16
Decameron, Giovanni Boccaccio

Decameron, Giovanni Boccaccio

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Di: Sofia Morosoli-Bertoli 

Vi ricordare di Ser Ciappelletto? E di Andreuccio da Perugia? Forse no, ma certamente il nome di Boccaccio riporta ai giorni passati sui banchi di scuola, alle letture delle sue novelle e alle lezioni in cui si cercava di coglierne il senso delle sue parole. Il Decameron, una finestra sul Trecento italiano, ci racconta di un universo lontano, eppure incredibilmente vicino, ancora oggi, a distanza di secoli.

Nel 2025 ricorre il 650º anniversario della morte di Giovanni Boccaccio, celebre autore fiorentino vissuto tra il 1313 e il 1375.

Inutile dilungarsi sull’inestimabile eredità che ci ha lasciato, opere fondamentali per la nostra cultura letteraria e per la nostra lingua, formatasi anche grazie ai contributi di quelli che definiamo le Tre Corone della letteratura italiana; sì, perché è certamente merito di Boccaccio, insieme a Dante Alighieri e Francesco Petrarca, e alle loro opere “in volgare”, se oggi parliamo l’italiano come lo conosciamo. Come sottolinea anche l’Accademia della Crusca:

Da questa prospettiva, l’attenzione ai nostri classici non è solo giustificata dal loro valore letterario e dalla loro rinomanza internazionale, ma anche dal filo di continuità con cui nei secoli essi hanno costruito l’italiano ben prima che la politica facesse l’Italia.

Ciò su cui vale la pena riflettere è perché, a 650 anni di distanza, continuiamo a leggere e studiare il padre del Decameron. Quindi, se la sua importanza storica è indubbia, cosa altro ha ancora da insegnarci?

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Boccaccio, e il piacere di narrare

Millevoci 24.06.2013, 13:10

Il Decameron, tralasciando le opere minori, ci permette di fare una riflessione generale: chi l’ha letto concorderà nel definirlo un viaggio attraverso un’umanità variegata e universale, un affresco sociale che racconta vizi e virtù senza tempo. Ed è proprio questa sua straordinaria capacità di esplorare la natura umana a renderlo ancora oggi attuale e capace di parlare al nostro presente con messaggi universali. L’uomo, infatti, non è poi cambiato così tanto nei secoli e i contenuti di questo libro e le acutissime osservazioni dell’autore, lo rendono un testo immortale.

La recente pandemia di Coronavirus ci riporta incredibilmente vicini al pretesto narrativo da cui ha origine l’opera principale di Boccaccio: il Decameron nasce infatti proprio dall’esperienza della peste del 1348. Nel rileggere le circostanze in cui si trovano i protagonisti, risentiamo un’eco dei nostri stessi timori, un riflesso delle fragilità che ancora interessano il genere umano. Ma non solo; si può rivedere la capacità di resistere, ricominciare, trovando nelle arti un antidoto alla paura, alla solitudine e all’incertezza.

Un aspetto spesso dibattuto riguarda invece la rappresentazione femminile in Boccaccio. Alcuni lo hanno definito un protofemminista per aver ritratto le donne in un modo totalmente diverso dai suoi contemporanei. In parte, la sua è effettivamente una visione innovativa, che riporta l’immagine di una donna capace di autodeterminarsi e sottrarsi alle convenzioni del tempo. Detto ciò, difficile definire il Decameron un manifesto di emancipazione, anche se è giusto riconoscere a Boccaccio la formidabile capacità di cogliere anche la più piccola sfaccettatura dell’animo umano, allontanandosi da stereotipi e pregiudizi.

Ciò che invece è indubbio, è il suo modo di descrivere – e criticare – le disuguaglianze sociali con tagliente ironia. Le novelle raccontano infatti con lucidità la differenza tra potenti e deboli, tra ricchi e poveri, mettendo a nudo le ipocrisie della società. Di certo oggi non siamo ancora riusciti a superare molte delle ingiustizie denunciate da Boccaccio, ricordandoci che, purtroppo, alcuni meccanismi sono tutt’altro che nuovi.

A riprova della sua attualità, la piattaforma Netflix ha lanciato nel 2024 una serie ispirata all’opera trecentesca e da cui recupera anche il nome, con il titolo The Decameron. Questo dimostra che il lavoro di Boccaccio ha ancora molto da offrire e può fornire spunti di riflessione anche alle nuove generazioni. Soprattutto per i più giovani, infatti, leggere le opere di Boccaccio significa imparare a osservare la società con occhi diversi, coglierne le sfumature e sviluppare uno spirito critico in un mondo dove il confine tra giusto e sbagliato è spesso sfumato.

Capire Boccaccio significa capire la natura umana .Leggerlo e studiarlo, a 650 anni dalla sua morte, non è solo un atto di celebrazione letteraria, ma è un’imperdibile occasione per riscoprire un autore che parla di noi tutti, con uno sguardo sull’umanità che pochi altri hanno saputo rendere a parole.

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