Con Adriatica, pubblicato da Feltrinelli, lo scrittore e poeta Massimo Gezzi compie il suo esordio nel romanzo, scegliendo una forma narrativa che intreccia due racconti e due vite: quella di Emilie, adolescente brillante ma ferita, e Tullio, settantenne segnato dai rimpianti. Ambientato in una località immaginaria sulla costa marchigiana, il romanzo è una riflessione profonda sulla solitudine, la dignità e la possibilità di autodeterminazione in un contesto sociale opprimente.
«Il romanzo è una sfida che uno scrittore deve accettare se vuole fare un passo in avanti», afferma Gezzi, che finora si era distinto per la sua produzione poetica e per la raccolta di racconti Le stelle vicine. In Adriatica, l’autore mette in scena un incontro improbabile ma significativo tra due generazioni: «Non è semplice dare vita a un dialogo tra un adolescente e un settantenne. Ma mi interessava far interagire queste due estremità della vita e vedere cosa ne sarebbe venuto fuori».
Emilie, figlia di genitori divorziati, vive con una madre alcolizzata e disoccupata. Si sente brutta, non accettata, eppure è capace di ironia e intelligenza. Gezzi la descrive come «una persona molto brillante, che sa ridere e fare battute. Mi piaceva questo connubio di leggerezza e dolore». Tullio, invece, è un uomo che ha vissuto solo il 20% della sua vita, come lui stesso afferma nel romanzo. Ha avuto un ictus e si sente ai margini, non ancora vecchio ma già segnato dalla fine.
L’ambientazione marchigiana, pur dolce nel paesaggio, è soffocante: un pub gestito da un razzista, un paese chiuso, senza vie di fuga. «Qualcuno di quei posti è esattamente così, o lo era quando io ero adolescente», racconta Gezzi. «Le Marche, ahimè, hanno avuto episodi gravi di razzismo. Volevo restituire testimonianze dirette che ho raccolto negli anni».
Il romanzo nasce da un’idea coltivata nel tempo, subito dopo Le stelle vicine: «Volevo inventarmi una cittadina immaginaria e far vivere lì dei personaggi che assistessero tutti allo stesso evento. Poi l’idea si è precisata e sono rimasti Emilie e Tullio». Il loro incontro sul molo è stato per l’autore una sorpresa: «Non avevo la più pallida idea di cosa si sarebbero detti. È stato bello assistere da scrittore al loro dialogo».
Gezzi, che vive da quasi quindici anni in Ticino, confessa di non aver ancora ambientato un romanzo nella Svizzera italiana, salvo un racconto non dichiaratamente ticinese. «Ho bisogno di sedimentazione. Lavoro molto con la memoria più che con la presa diretta del presente. Ma sicuramente arriverà il tempo di raccontare il Cantone Ticino, che amo molto».
Adriatica è stato presentato alla Biblioteca cantonale di Lugano, introdotto da Fabio Pusterla. La prossima presentazione in Ticino è prevista per sabato 22 novembre 2025 al Rifugio Letterario di Massagno.
Intervista a Massimo Gezzi
Alice 11.10.2025, 14:40
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