Letteratura

Andrej Longo vince il Premio Chiara (per la seconda volta)

“Undici” è la raccolta di racconti che ha convinto la giuria popolare dei 150 lettori del premio, assegnato a Varese domenica sera. Storie di Napoli, di donne, di violenza e di speranza

  • Oggi, 11:45
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Andrej Longo, vincitore del Premio Chiara 2025

  • Amici di Piero Chiara
Di: Alice / Michele R. Serra 

È piuttosto piccolo, il club dei due volte vincitori del Premio Chiara: fino a ieri comprendeva solo una scrittrice; oggi a Laura Pariani (vincitrice nel 1994 e 2003) si è aggiunto uno scrittore, Andrej Longo. Sarà banale dirlo, ma per Longo – napoletano classe 1966 – è un cerchio che si chiude: la prima volta aveva vinto con la raccolta Dieci, questa con il seguito spirituale Undici.

«Dieci erano dieci racconti, appunto, ambientati nella periferia di Napoli – ha sottolineato Longo ad Alice – lì ogni racconto era legato a un comandamento, sviluppato in maniera non religiosa, ma laica, e con modalità diverse. Undici, il cui titolo in effetti è Undici: non dimenticare, è come un undicesimo comandamento, raccontato con modalità simili: ambientato sempre in una Napoli non borghese, di provincia, periferica. Inoltre, sono tutte storie al femminile e – come in Dieci – sono tutte raccontate in prima persona. Io quel comandamento l’ho sempre avuto in testa, per questi 15 anni, e adesso ho trovato, in questi ultimi periodi, le storie e il motivo per cui raccontarle».  

Donne a Napoli, è insomma un buon riassunto di Undici: i racconti girano intorno a protagoniste femminili che si muovono nelle periferie più dure, e che hanno a che fare con situazioni molto drammatiche, in cui la povertà è norma e la violenza anche. Chiamatelo neorealismo, se volete, ma spesso queste sono storie di sopravvivenza, più che di vita. E spesso sono ispirate a casi di cronaca.

14:20

“Undici. Non dimenticare”

Alice 12.04.2025, 14:35

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  • Michele Serra

«Le storie, io, più o meno tutte le prendo dalla realtà – continua Longo – poi la mescolo, la realtà, mi piace lavorarla, non mi piace lasciarla lì, statica. Ci sono centinaia di fatti di cronaca, certo, ma ce ne sono alcuni che ci colpiscono. Ognuno è colpito da un fatto di cronaca diverso; quando io ho un fatto di cronaca che mi emoziona, che mi indigna, a cui non riesco a fare a meno di pensare, incomincio a pensare che in qualche maniera quella storia vada raccontata… quasi perché altrimenti non riesco a liberarmene. Poi, ripeto, le storie si mescolano… le ambiento tutte in questi mondi che conosco, ma poi, al di là dell’ambientazione, trovano una loro universalità. Diciamo che, tranne una o due, nascono tutte da qualcosa di estremamente concreto».

Quello che rimane, dopo aver finito di leggere Undici, sono le descrizioni - assai inquietanti - della mostruosità che si nasconde dentro le famiglie, inevitabilmente a pezzi, piene di disumanità e di sofferenza. Però Andrej Longo non si dice del tutto d’accordo, con questa fotografia: «In realtà, è il mondo intorno che è molto sofferente. Queste donne hanno voglia di vivere, hanno voglia di cambiarle, hanno un’energia tale… E già il desiderio di cambiare, di ribellarsi alle regole, mi sembra un mare di speranza. Il moto di ribellione contro le ingiustizie mi sembra pieno di speranza, e poi ci sono i bambini: è un mondo che noi lasciamo a loro, e quindi deve esserci una speranza, assolutamente».

Forse è stato proprio quel barlume di speranza ad aver conquistato la giuria popolare dei 150 lettori del Premio Chiara, le cui schede di voto sono state scrutinate dal notaio Nicoletta Borghi in diretta durante la Manifestazione Finale, svoltasi ieri sera domenica 19 ottobre nella suggestiva cornice della Sala Napoleonica delle Ville Ponti in Varese, fino alla proclamazione avvenuta a notte inoltrata.

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Premio Chiara 2025: tutti i finalisti

Alice 18.10.2025, 14:35

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  • Michele Serra e Alessandro Bertellotti

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