Rosa Luxemburg aveva una profonda passione per la natura, gli animali e la botanica, raccontata approfonditamente nel libro Un ardente desiderio di primavera (Casagrande), curato da Danilo Baratti e Patrizia Candolfi, che raccoglie una selezione di lettere scritte dalla rivoluzionaria tedesca, molte delle quali durante i suoi periodi di prigionia.
«Ci ha sorpreso l’importanza di questa dimensione più privata, la presenza così forte nelle lettere che abbiamo letto e scelto», spiega Danilo Baratti al microfono di Alice. «Questi elementi legati al mondo naturale sono molto presenti, anche se poi, pensandoci, il fatto che siano lettere scritte dalla prigione rende più “normale” il non parlare di certi argomenti più legati alla dimensione politica e portare l’attenzione su aspetti che aiutano anche a tenere in vita una persona dentro la prigione».
“Un ardente desiderio di primavera”
Alice 06.12.2025, 14:40
Contenuto audio
Le lettere rivelano una Rosa Luxemburg inaspettata, attenta ai dettagli della natura che la circonda anche nelle condizioni più difficili della vita carceraria.
«C’è una frase molto bella in cui dice “mi sento a casa mia, in tutto il mondo, ovunque ci siano nuvole, uccelli e lacrime umane”», cita Baratti. Questa empatia nei confronti del mondo naturale, secondo il curatore, è però «una cosa molto più legata alla sua personalità intima, che non alla sua attività politica».
Baratti mette in guardia anche dal rischio di interpretazioni anacronistiche: «C’è forse la tendenza a farne un’antesignana di tutta una serie di movimenti che si sono sviluppati più tardi. Ogni tanto viene indicata come la prima eco-femminista. Ecco, io non direi né femminista né ecologista. Sono letture che facciamo un po’ alla luce di quello che è venuto dopo».
Il libro non si limita a presentare le lettere, ma include anche una selezione di tavole dall’erbario personale di Rosa Luxemburg, commentate dal biologo botanico Nicola Schoenenberger. «L’intenzione, attraverso anche il contributo di Nicola, era quella di fare finalmente parlare questo erbario», spiega Baratti. «Perché sono state pubblicate in Germania e anche in Italia le tavole complete, cioè tutto l’erbario, però senza che mai questo erbario venisse anche interrogato come tale, cioè come raccolta scientifica da parte di una dilettante che poteva magari rivelare qualche cosa di utile anche a chi si occupa di botanica».
Le lettere rivelano anche i consumi culturali di una donna appassionata di letteratura, musica e pittura. «Accanto al mondo naturale c’è tutta questa dimensione culturale che forse non è molto nota in Rosa Luxemburg e che emerge molto bene», sottolinea Baratti. Sorprendentemente, i gusti di Rosa Luxemburg in ambito artistico si rivelano tutto sommato poco rivoluzionari: «Le lettere la fanno vedere su posizioni di gusto fondamentalmente borghese, tradizionale, un po’ scontato: Goethe, Mozart… è abbastanza chiusa, invece, nei confronti delle avanguardie dell’epoca».
Il libro offre quindi un ritratto complesso e sfaccettato di Rosa Luxemburg, mostrando come la sua personalità non possa essere ridotta a semplici etichette. Come sottolinea Baratti, «non è che sia una doppiezza, ma sono ambiti in cui lei si muove in modo diverso, e si possono anche trovare dei momenti di contatto, ma non bisogna eccedere troppo in questa sovrapposizione».
Nonostante la ricchezza di dettagli personali, Baratti precisa che queste lettere non offrono molte informazioni sul contesto storico e politico dell’epoca. «Queste lettere, quelle di questa selezione, forse non ci raccontano molto di quel clima», afferma il curatore, spiegando che questa scarsità di riferimenti politici è dovuta in parte alla censura a cui erano sottoposte le lettere dal carcere: «Non poteva certo esprimere liberamente le sue opinioni politiche in questa corrispondenza».
In conclusione, Baratti esprime il suo augurio per il libro: «Mi auguro che chi lo legge impari da Rosa Luxemburg a essere attento a tutti quei piccoli esseri - come il bombo, certe farfalle, certi uccelli - di cui lei parla. Non c’è solo una dimensione di attenzione, empatia nei confronti delle creature viventi, ma c’è anche un modo di parlarne che dovrebbe spingere tutti a essere più attenti a quello che si trovano intorno», conclude Baratti. «Senza voler far diventare Rosa Luxemburg un’ecologista, forse questo libro potrebbe spingere i lettori a guardare meglio la natura e quindi, di conseguenza, preservarla, rispettarla».
https://www.rsi.ch/s/703530





