Letteratura

In 20 anni, Babel ci ha insegnato che la vita è traduzione

Il festival di letteratura e traduzione di Bellinzona è in corso fino al 14 settembre. Un bilancio dei suoi primi due decenni

  • Oggi, 10:00
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  • babelfestival.com
Di: Claudio Visentin 

La nostra vita quotidiana è una continua opera di traduzione. Ogni giorno siamo chiamati a interpretare messaggi diversi e a mediare non soltanto tra le lingue, ma anche tra culture, religioni, valori ed esperienze personali.

Traduciamo quando cerchiamo di comprendere un gesto che in un’altra tradizione ha un significato diverso dal nostro, quando trasformiamo in parole ciò che proviamo, quando adattiamo il nostro comportamento a contesti sociali eterogenei. La traduzione crea ponti, rende accessibile ciò che potrebbe restare estraneo, cerca un terreno comune pur nella diversità. Non si tratta mai di un’operazione perfetta o definitiva: ogni traduzione è un avvicinamento, un tentativo, un dialogo, un esercizio di ascolto, di rispetto e di invenzione reciproca.

Anche la vita nazionale è una continua opera di traduzione, in un Paese con quattro lingue ufficiali che convivono e si intrecciano continuamente, oltre all’inglese, “esperanto” del mondo globale. E l’italiano in particolare deve sempre cercare un suo spazio per evitare di essere schiacciato dalle due lingue più parlate.

La traduzione insomma è centrale nella nostra società, anche se a volte viene relegata negli spazi di un’attività di servizio. Proprio per dare il giusto rilievo a questa pratica vent’anni fa a Bellinzona è nato Babel, festival di letteratura e traduzione.

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Dante a Babel

Alphaville 12.09.2025, 11:45

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  • Mario Fabio

La stessa scelta di organizzare un festival aperto al grande pubblico, e non per esempio un semplice convegno scientifico, testimonia il desiderio di portare la riflessione sulla traduzione al di fuori della cerchia degli specialisti. Attraverso le lezioni, gli incontri, i laboratori, lo spettatore viene coinvolto in aspetti apparentemente tecnici, ma che sono in realtà al centro della letteratura: la scelta di una parola, il suono di una frase, il tono di un autore. La traduzione letteraria richiede capacità di accostarsi a un testo, competenze tecniche, ma anche un atto creativo, la capacità di ottenere lo stesso risultato (ritmo, lessico, atmosfera) con le diverse strutture di un’altra lingua. Per questa via, la riflessione sulla traduzione produce anche lettori migliori.

Dare visibilità ai traduttori

Vent’anni dopo l’obiettivo principale è stato senza dubbio raggiunto. Inserendosi in una tendenza più ampia a livello internazionale, Babel ha contribuito a rendere più visibili i traduttori, spiegando la difficoltà e l’importanza di questo lavoro, e come ogni libro tradotto sia frutto di due voci, quella dell’autore e quella del suo traduttore, quest’ultimo non solo tramite, ma in qualche modo coautore del senso. Il solo rammarico è che il nuovo rilievo della professione non corrisponda alle retribuzioni di chi la svolge.

All’interno dell’orizzonte di questa sua missione fondativa, Babel ha poi dedicato ogni anno uno spazio particolare a una lingua o a una nazione specifica, proponendo sia autori emergenti e ancora poco conosciuti, sia autori di fama internazionale come Derek Walcott, Adam Zagajewski, Marie NDiaye, Amitav Ghosh, Georgi Gospodinov, Yu Hua, Kamel Daoud.

Il festival ha alternato edizioni tematiche e geografiche con l’esplorazione di territori astratti: le lingue immaginarie, le lingue della diaspora, i confini linguistici. Sempre con l’idea di esplorare cosa succede quando le lingue si toccano o si sovrappongono.

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"Parliamone!"

Alphaville 09.12.2022, 12:30

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L’italiano al centro dell’edizione 2025

La ventesima edizione di Babel mette l’italiano al centro della scena; e per una volta non si passano in rassegna solo le traduzioni verso la nostra lingua, ma si cerca di incoraggiare la traduzione all’estero di autori italiani, da sempre minore di quanto si vorrebbe.

Per esempio ascoltando Dumenic Andry, che ha tradotto in romancio Infanzia e bestiario di Claudia Quadri: Premio svizzero di letteratura 2024 per lei, Premio Viceversa 2025 per la traduzione per lui.

Tra le nuove sfide di questi ultimi anni, emerge il confronto con l’intelligenza artificiale, che propone soluzioni economiche ed efficaci per la maggior parte delle traduzioni tecniche e di servizio. Al tempo stesso questo cambiamento tecnologico ha meglio definito la traduzione letteraria. Nessuna macchina infatti riesce (ancora?) a interpretare e restituire l’impasto linguistico e il significato profondo di un testo scritto in un’altra lingua.

Babel sembra arrivare all’appuntamento dei vent’anni in buona salute, con una sua identità consolidata. Naturalmente qualche tensione è inevitabile in un progetto di ampio respiro, tra crescita e fedeltà alla missione, tra radici locali e respiro internazionale, tra qualità e visibilità, tra rappresentanza e impatto editoriale, tra cambi di direzione e ricerca di adeguate risorse. Rimane un festival maturo ma vitale, che continua a tradurre – letteralmente e simbolicamente – identità, differenze, possibilità.

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L’altra lingua

Alphaville 27.01.2023, 11:00

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