In ricordo di Marco Colli

“Vivere vuol dire essere in pericolo”

Per dirla come Nietzsche: bisogna osare. Marco Colli era un filosofo nel pensiero e nelle azioni, il suo sapere, gli anni dedicati allo studio e all’approfondimento, erano diventati “materia” vivente

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Il dottor Zivago - 03
  • © 1965 Metro Goldwyn Mayer
Di:  Francesca Giorzi 

Per ricordare Marco Colli inizio da una frase colta in una sua mail, testimonianza del suo continuo impegno: è importante sconfiggere la malia che, in questo tempo sospeso, cerca di condizionare i nostri pensieri.

Per un intellettuale, un filoso, un regista-scrittore, gli ultimi sono stati anni difficili. Tanto da arrivare a credere che ci fosse una sorta di pratica magica “nell’aria” che mirasse a soggiogare la volontà altrui. Marco Colli era un filosofo nel pensiero e nelle azioni, il suo sapere, gli anni dedicati allo studio e all’approfondimento, erano diventati “materia” vivente. Una prospettiva che gli permetteva di guardare al mondo con compassione e attraverso la consapevolezza emotiva e la comprensione razionale tentare (osare) di fare qualcosa.

Un arresto cardiaco l’ha colto a Roma il 15 novembre 2025. I funerali il 18 novembre al Tempietto Egizio del Cimitero Comunale Monumentale Campo Verano, sono probabilmente stati accolti nel luogo ideale per celebrarne il ricordo. Un monumento che ha la struttura e l’aspetto dei templi funerari di età tarda tolemaica, atto ad ospitare cerimonie funebri laiche e commemorazioni di carattere civile.

Aveva iniziato a lavorare per la Radio Svizzera nel 2016 con un’opera originale che legava pubblico e privato: Il Nietzsche di Colli lo straordinario racconto dell’incontro a Torino di due grandi personaggi dell’intellighenzia europea: Friedrich Nietzsche e Giogio Colli (padre di Marco) che al filosofo tedesco dedicò vent’anni di studi fino a realizzare un’edizione critica delle sue opere edita infine da Adelphi. Un lavoro di sceneggiatura e ricerca che ha posto le basi negli ultimi anni ad un importante volume, finito, ma che ormai uscirà postumo e che presumibilmente si chiamerà “L’Azione Nietzsche”.

Gli anni seguenti, 2017 e 2018 sono stati dedicati a due classici della letteratura Il dottor Zivago di Boris Pasternak e Addio alle armi di Ernest Hemingway sapiente sceneggiatore e descrittore dell’animo umano, riportava opera e ricordi filmici nella libera e creativa dimensione sonora .

Ma è negli anni successivi che ci ha lasciato in eredità la sua sapienza, esperto com’era, riusciva a tradurre i miti della Grecia antica ai contemporanei, cercando di cogliere in quei racconti popolari le radici di quell’epoca segnata dalle guerre. In questo periodo ci consegna: “Gli dèi in esilio, ovvero la Grecia in 7 giorni, all inclusive” nel 2020, “Socrate” nel 2021 e “Il ritorno di Odisseo” nel 2022, una puntata per ogni canto dell’opera di Omero.

Un viaggio “all inclusive” nella mitologia greca, che introduce quel mondo ai profani, e che ricostruisce e mette insieme tutti i frammenti contenuti in opere epiche, poetiche, tragiche, storiche e filosofiche. Rivelatore l’incantamento finale: accanto alla quotidiana realtà ce n’è un’altra, fantastica e liberatoria.

Il progetto di Socrate è quello di costituire una società che sia l’incontro di uomini affini fra loro, uomini eccellenti, uniti da una medesima qualità dell’anima. Socrate è il Maestro, l’ultimo sapiente, colui che, grazie alla sua capacità maieutica, sa superare la sterile dialettica dei sofisti e condurre il ragionare filosofico, suo e dei suoi interlocutori, sulla strada della ricerca del bello: siano essi poeti, scienziati, politici, artigiani, operai, marinai, … tecnici, attori, produttori. Un Maestro, Marco: “Ho preso tutte le 24 cantiche, ho cercato di avere in primo luogo una scaletta che mantenesse tutti gli argomenti che c’erano già nel testo. Nel fare questo ho capito che il testo racchiude tantissime storie diverse, provenienti da altri miti. Però questo, invece di essere uno svantaggio era un vantaggio perché l’opera si rinnovava man mano che la scrivevo. Per arrivare alla fine non era necessario avere una scaletta precisa fin dall’inizio, ma bastava avanzare insieme al racconto senza la pretesa di conchiuderlo in un finale che sarebbe stato comunque aperto e non abbastanza sintetico.”

Nell’Odissea si passa dalle mani mitiche e mitologiche di Dedalo, al raziocinio più vicino a noi di Odisseo, l’uomo dell’azione che riesce a mettere insieme i pezzi di un enigma che è quello della vita.

Se leggiamo con più attenzione l’odissea, scopriamo che Odisseo è il primo, nella mitologia greca, ad affrontare la città dei morti, tutti i morti, tutti insieme. È l’uomo che non ha paura della morte, ma anzi, gli va incontro e ne carpisce i segreti. Questa è la capacità del sapiente più profondo. Del filosofo.

Se, dice il filosofo, le cose del mondo sono finite, mentre il tempo è infinito, ogni evento che possiamo vivere l’abbiamo già vissuto infinite volte nel passato e infinite volte lo vivremo nel futuro. Vivere qui e ora, nell’attimo presente, dice il profeta Zarathustra, e quindi, destinati a rivederci, ci salutiamo.

Riascolta qui le puntate

Socrate
  • Il Simposio (1./4)

    Domenica in scena 14.03.2021, 18:35

  • Il Simposio (2./4)

    Domenica in scena 21.03.2021, 18:35

  • Il Simposio (3./4)

    Domenica in scena 28.03.2021, 19:35

  • Il Simposio (4./4)

    Domenica in scena 04.04.2021, 19:35

40:05
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L’utimo tramonto

RSI Ciao Ciao 4 16.11.2025, 17:35

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