È stato appena ripubblicato dalla casa editrice NdA Press il volume: Sei condanne, due evasioni, dedicato alle imprese, anche in Svizzera, di Sandro Pertini. Uscito per la prima volta nel 1970 per Mondadori, il testo è una testimonianza di un impegno incorruttibile a favore di libertà e giustizia sociale. Il libro, oltre a offrire un memoriale partendo dagli atti processuali, include alcuni appunti dello stesso Pertini. Ne ha parlato su Rete Due ad Alphaville Massimo Roccaforte, editore e curatore del volume.
«È una biografia, un saggio storico, un memoriale. Tutte queste cose insieme. Io addirittura oserei dire che potrebbe essere letto anche come un romanzo d’avventura. Nel senso che è così incredibile il meccanismo di persecuzione che Pertini e tutti gli antifascisti che si opposero al Governo di Mussolini subirono in quegli anni, nel momento in cui quel governo, insieme alla Germania hitleriana, stava vincendo. In un momento in cui il fascismo e il nazismo erano in forte ascesa in Europa, un gruppo di giovani non aveva paura di dire “no” e di opporsi con tutte le sue forze».
Massimo Roccaforte, editore e curatore del volume
Sei condanne, due evasioni
Alphaville 24.06.2025, 11:45
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Nel libro è anche racchiuso un passaggio rocambolesco che Pertini fece attraverso la Svizzera per tornare in Italia, peraltro in una fase cruciale del suo impegno antifascista:
«Il passaggio di Pertini in Svizzera in realtà è un passaggio di pochi mesi. In quel momento, tra il 1928 e il 1929, si trova rifugiato a Lione. Aveva già subito un arresto, era già evaso una volta e per questo era un esule. Da Lione decise di rientrare in Italia, perché la lotta antifascista richiede che gli importanti dirigenti della lotta antifascista siano presenti sul territorio. Rientra in Italia passando dalla Svizzera, da Zurigo, con un passaporto falso intestato al cittadino svizzero Luigi Roncaglia. Abbiamo traccia del passaggio di Pertini grazie perché frequentò il Ristorante Coopi, che esiste ancora oggi: un luogo di rifugio e di ritrovo degli antifascisti esuli in Svizzera. Ci sono i rapporti delle questure e delle spie che attestano il passaggio di Pertini dal Ristorante Coopi. Capiamo benissimo così il ruolo delle osterie come luogo principale dell’aggregazione e della cospirazione degli antifascisti e di tutto il movimento socialista e rivoluzionario di fine Ottocento e inizio Novecento in Europa. Non è un caso che una delle prime cose che Mussolini esegue al Governo è chiudere le osterie, poiché luoghi privilegiati di ritrovo per gli antifascisti e per tutto il movimento anarchico e socialista».
Massimo Roccaforte, editore e curatore del volume
L’esempio di integrità morale che ci tramanda Pertini è un vero e proprio testamento di una vita dedicata alla libertà senza alcun compromesso, fin dai suoi esordi. La determinazione intellettuale, l’opposizione alla sciagura del fascismo che molti uomini e donne incarnarono, sono ciò di più importante che questa ripubblicazione vuole comunicare al mondo di oggi:
«La caratteristica di Pertini che è arrivata fino a noi, anche in forme diverse, è quella di essere una persona senza compromessi. Noi abbiamo deciso di ristampare questo libro proprio per questo. Abbiamo aggiunto come appendice la Costituzione della Repubblica Italiana nata dalla Resistenza e un carteggio inedito. Da una parte, il volume ci restituisce questa figura indomita, senza compromessi: un socialista fedele al Partito socialista sempre, anche negli anni più bui, quando esso cambierà forma e filosofia. Pertini ne resta fedele con un’autonomia di pensiero che lo porterà a essere in carcere tra i migliori amici di Antonio Gramsci, nonostante appunto sia un socialista».
Massimo Roccaforte, editore e curatore del volume