Maestri del brivido

Stephen King: il narratore che ha trasformato la paura in letteratura

Dal Maine all’immaginario globale, il Re dell’orrore racconta le nostre fragilità, le contraddizioni sociali e il lato oscuro dell’America

  • Oggi, 14:30
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Di: Elia Bosco 

Stephen King non è soltanto uno scrittore di successo: è un fenomeno culturale che da oltre cinquant’anni plasma l’immaginario collettivo. Con più di 350 milioni di copie vendute e decine di adattamenti cinematografici e televisivi, King ha trasformato l’horror in un linguaggio universale, capace di parlare delle contraddizioni più profonde della società occidentale. Ma ridurlo a “scrittore di genere” è un errore: la sua opera è un viaggio dentro le paure quotidiane, le fragilità individuali e le ombre della comunità.

King è, prima di tutto, un inventore di storie. La sua forza non risiede solo nell’elemento perturbante, ma nella capacità di partire da situazioni ordinarie e spingerle verso l’eccezionale. «Prendo una persona comune e la metto in una situazione straordinaria», ha spiegato più volte. Da questo esperimento psicologico nasce l’orrore più autentico: non il mostro in sé, ma la reazione umana di fronte all’ignoto. È per questo che i suoi romanzi, pur popolati da entità sovrannaturali, sono profondamente realistici: raccontano la paura come esperienza universale.

Per decenni King ha dovuto fare i conti con il pregiudizio verso l’horror, considerato letteratura di “serie B”. Eppure, opere come IT o Misery dimostrano quanto questa etichetta sia limitante. IT, ad esempio, è prima di tutto un romanzo di formazione, un affresco sull’infanzia e sulla perdita dell’innocenza, che dialoga con la grande tradizione americana da Twain a Salinger. King mescola generi – horror, fantasy, noir, western – e li supera, creando un “super-genere” che si apre alla letteratura tout court.

Uno dei nuclei tematici più potenti della sua narrativa è il male inteso non come entità isolata, ma come forza sistemica. Le cittadine immaginarie del Maine, come Derry o Castle Rock, sono microcosmi dell’America: luoghi apparentemente pacifici che nascondono corruzione, violenza, ipocrisia. L’orrore di King non è urbano, ma suburbano: nasce nel cuore delle comunità, tra le case e le famiglie, e rivela le crepe di un sogno americano che si sgretola.

Molti romanzi di King ruotano attorno alla preadolescenza, età fragile e decisiva. Nei “perdenti” di IT o nei ragazzi di Stand by Me (dal racconto Il corpo) c’è la purezza che salva, ma anche la violenza che segna. L’infanzia, per King, è un territorio mitico: un luogo di magia e di ferite, che l’adulto guarda con nostalgia e timore. Non è un caso che i suoi personaggi più memorabili siano bambini, perché solo chi non si è ancora conformato percepisce l’ingiustizia del mondo in tutta la sua brutalità.

King ha sempre rivendicato il proprio statuto di scrittore politico. Dietro il soprannaturale, i suoi romanzi parlano di esclusione, disuguaglianza, violenza di genere. Carrie, il suo esordio, è un manifesto di rabbia femminile; Rose Madder e Dolores Claiborne affrontano il tema dell’abuso domestico con una lucidità rara nella narrativa mainstream. Non è un caso che King sia stato definito “lo scrittore più femminista della letteratura moderna”: le sue donne non sono mai marginali, ma protagoniste di percorsi di riscatto.

Il cinema ha amplificato la potenza mitica delle storie di King. Da Shining di Kubrick a Stand by Me di Rob Reiner, fino alle serie contemporanee che ne omaggiano l’estetica, come Stranger Things, l’universo kinghiano continua a generare immagini e suggestioni. Perché funziona? Perché le sue storie parlano di noi, delle nostre paure più intime, e lo fanno con una sincerità che il cinema non smette di inseguire.

Stephen King non scrive solo per spaventare. Scrive per ricordarci che il male esiste, che la perdita è inevitabile, che l’amore può essere una presenza infestante. E che, forse, affrontare i nostri mostri – reali o immaginari – è l’unico modo per tornare alla vita.

Dossier: Stephen King, ovvero il Re

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  • Stephen King, ovvero il Re (1./5)

    Alphaville: i dossier 15.12.2025, 11:30

    • Yari Bernasconi e Barbara Camplani
  • Stephen King, ovvero il Re (2./5)

    Alphaville: i dossier 16.12.2025, 11:30

    • Yari Bernasconi e Barbara Camplani
  • Stephen King, ovvero il Re (3./5)

    Alphaville: i dossier 17.12.2025, 11:30

    • Yari Bernasconi e Barbara Camplani
  • Stephen King, ovvero il Re (4./5)

    Alphaville: i dossier 18.12.2025, 11:30

    • Yari Bernasconi e Barbara Camplani
  • Stephen King, ovvero il Re (5./5)

    Alphaville: i dossier 19.12.2025, 11:30

    • Yari Bernasconi e Barbara Camplani

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