Il nuovo album dell’arpista ticinese Kety Fusco, Bohème, uscito il 19 settembre per l’etichetta svizzera A Tree In A Field Records, è una dichiarazione di indipendenza artistica. Il titolo, nato da un’intuizione durante una visita a Casa Puccini, evoca uno spirito libero: «Mi sono detta: cavolo, perché non posso chiamare il mio album Bohème?», racconta l’artista. Per lei, «rievoca più una libertà che la definizione stretta di artista bohémien».
Con questo lavoro, Fusco prosegue il suo viaggio elettroacustico, spingendo l’arpa in territori sperimentali. Lo strumento che suona in Bohème è un’arpa elettroacustica personalizzata, dotata di 47 microfoni interni: «Se la vedi potresti scambiarla per un’arpa classica. In realtà di classico ha ben poco», spiega. Il risultato è un suono che sfida le aspettative e apre nuove possibilità espressive.
Il brano d’apertura, High Disease Arp, è il più ostico: «Quando l’ho composto mi sono detta: chi ascolterà penserà che questa non è un’arpa». Fusco non cerca conferme, ma rotture. «Io non seguo mai regole a tavolino. Faccio quello che mi va di fare in quel momento».
Tra i momenti più intensi c’è Resistance, dedicato alla lotta dei musicisti: «Fare il musicista è diventata una sfida. Non è più fare arte per diffondere cultura, ma una lotta alla sopravvivenza».
Questa nuova esperienza prestigiosa oltre oceano è uno dei tanti effetti collaterali di una crescita artistica continua e di un’affermazione internazionale che sembra inarrestabile. Kety Fusco si è già esibita alla Royal Albert Hall di Londra e all’Opera di Roma, la sua musica è stata recensita nelle colonne del Guardian, è finita nelle playlist di BBC e ha stuzzicato anche la curiosità di Iggy Pop che ha un feature in questo album, nel singolo She.
La copertina dell’album, potente e quasi religiosa, raffigura l’ambiguità tra passato e futuro: «L’arpa praticamente mi addenta da sempre. Sono come prigioniera di me stessa».

Il disco si chiude con Für Therese, una reinterpretazione di Für Elise di Beethoven, che Fusco vede come un ponte verso il futuro: «Il prossimo album sarà un lavoro dove l’arpa va oltre i confini di genere».
Nel frattempo, Fusco è stata invitata dal Dipartimento di Stato Americano a rappresentare la Svizzera all’International Visitor Leadership Program, un tour nelle principali città degli Stati Uniti con musicisti da tutto il mondo. Un riconoscimento che si aggiunge a una carriera in ascesa: dalla Royal Albert Hall all’Opera di Roma, passando per le playlist della BBC e le recensioni del Guardian.
Con Bohème, Kety Fusco conferma il suo status di innovatrice. La sua musica è un atto di resistenza e bellezza, e un impegno a reinventare uno strumento antico.