Un milione e mezzo di copie nei primi sei mesi, da giugno a Natale, sempre in cima alle classifiche, per un totale di più di quattro milioni certificate a oggi. Riprodurre – o anche solo immaginare – nel 2025 il successo di La vita è adesso, il decimo album di Claudio Baglioni, che ha appena compiuto quarant’anni e resta il più venduto della musica italiana, è pressoché impossibile: non solo perché bisognerebbe tornare a un mercato di sole copie fisiche com’era allora, ma perché servirebbero classifiche meno frammentate, con meno artisti e generi rispetto all’offerta di oggi. Solo così, forse, si potrebbe restituire l’impatto, culturale e sociale, di un disco e un artista che, nell’estate del 1985, era semplicemente dovunque e a posteriori – il concerto di Roma del tour fu il primo trasmesso in diretta dalla Rai, con 12 milioni di spettatori – sarebbe stato ricordato come quello per eccellenza degli anni Ottanta italiani, capace, davvero, di unire tutti. Consacrandosi per sempre.
La vita è adesso compie 40 anni
Un' ora per voi 18.05.2025, 13:00
Contenuto audio
Se Claudio Baglioni è Claudio Baglioni, insomma, c’è da passare inevitabilmente per questo disco. Non a caso, lui stesso ha deciso di festeggiarne l’anniversario con una nuova versione, titolo La vita è adesso, il sogno è sempre, con i brani originali risuonati e l’inedito Il sogno è sempre, inserendo il tutto nell’ambito dei “mille giorni” con cui sta dando l’addio alle scene. L’unico, altro remake della carriera risale al 2009, quando aveva ampliato il classico che lo aveva lanciato, Questo piccolo grande amore (1972). Il punto è che quell’album, pur a fronte di un enorme successo commerciale, gli aveva attirato un pregiudizio negativo da cui non si sarebbe smarcato del tutto neanche nel 1985, ma solo decenni dopo: gli anni Settanta erano di Venditti, Dalla e De Gregori, dei cantautori politici insomma, e Baglioni, che cantava d’amore, nostalgia e difficoltà di stare al mondo, era derubricato a cantante da canzonette. La vita è adesso riuscì a compiere il passo successivo: mantenendo quella vocazione popolare, entrò in contatto con un’epoca, gli Ottanta, in cui l’attenzione per il sociale, nella musica, andava scemando; dall’altro lato, la qualità stessa della proposta di Baglioni aumentò – e di tanto – rispetto agli esordi.
Perché, ed è l’aspetto davvero straniante di questa vicenda, è un album colossale, ma complesso, che non ha le armi per diventare fenomeno di massa. Eppure. È sicuramente meno immediato, per fare un esempio, di un La voce del padrone, l’opera con cui tre anni prima Franco Battiato aveva infranto il soffitto di cristallo del milione di copie e che è una sorta di Thriller – a proposito, anche questo in Italia ha venduto meno di Baglioni – tricolore: un lavoro gigantesco, pieno di sfumature, ma pur sempre cantabile, ballabile. Il successo di La vita è adesso è più arduo da spiegare: fu decisiva, all’inizio, l’attesa messianica creatasi, con Baglioni fermo dal 1981 (Strada Facendo, altro best seller) e che pochi mesi prima del ritorno era stato ospite a Sanremo, dove Baudo aveva proclamato Questo piccolo grande amore come “canzone del secolo”, e ancora negozi di dischi che addirittura, al momento dell’uscita, appesero un cartello con scritto “È arrivato il nuovo disco di Baglioni”; ma la sua influenza sulla lunga distanza, la mania collettiva che mise d’accordo tutti, perfino chi prima l’aveva snobbato come artista, è paradossale, tenendo conto della sostanza.
Scritto sulla terrazza del Bar Zodiaco, un bar di Monte Mario con vista su Roma, avrebbe dovuto intitolarsi Un bar sulla città, perché era quello il punto di vista che Baglioni aveva scelto per questo concept: una grande panoramica dell’umanità, Roma che diventa il mondo, per dieci canzoni ispirate ad altrettanti momenti della giornata e da leggere come momenti della vita, raccontando gli uomini e le donne nelle proprie contraddizioni, nelle ansie e nelle piccole e grandi felicità di vite qualunque. Gli amici, gli innamorati, gli emarginati, i fantasmi persi nel lavoro o in metropolitana. E la solitudine. A posteriori, è la più riuscita fotografia degli anni Ottanta italiani, un periodo in cui i conflitti dei Settanta lasciano spazio a un edonismo, a tratti, di facciata, oltre che a una nuova gioventù che nello stesso Baglioni – con un taglio di capelli corto e “adulto”, segno di una maturazione generale – trova un mito.
Ma sbaglia, ecco, chi pensa a un disco ruffiano: ha cavalli di battaglia come Notte di note, note di notte e la stessa title-track, ma nessun singolo dal risultato commerciale davvero stratosferico, per dire. Semmai, è un pop-rock raffinato e denso nei testi, ben oltre la già classica verbosità della casa, al punto da incidere nell’equilibrio delle melodie e delle canzoni stesse, che per necessità di parlare rifuggono la forma solita del ritornello che si ripete, aggiungendo frasi e considerazioni sempre nuove. Frasi e considerazioni che, s’intende, fotografano un’epoca tutt’altro che felice, al massimo di tenerezza più che di amore. Il migliore Baglioni in purezza. Una ventata di malinconia, ecco, in un periodo che quella stessa malinconia fingeva di non vederla, ma pur sempre usando il linguaggio e lo spirito del tempo. E non è poco.
Riascoltare questo colossal è straniante anche solo per la forma, con tante di queste dieci tracce che dovrebbero vedersela con le soglie d’attenzione ridotte e forse faticherebbero già a farsi notare. Eppure era solo il 1985. Ma se questo, alla fine, fa parte del gioco del tempo e delle generazioni – tra l’altro, La vita è adesso ne unì almeno tre – il fascino dell’album resta ancora intatto e, anzi, invidiabile. Tra i tanti, per esempio, che collaborarono alla sua realizzazione c’era Hans Zimmer: il lavoro fu lungo e ambizioso, con una produzione internazionale e un’idea, di nuovo, ampia, corale e collettiva, segno di un Baglioni che voleva fotografare un’epoca, lasciarne una testimonianza. Ora, lo scatto è ancora qui e ci parla: c’è stato un tempo in cui il pop italiano sapeva ancora pensare in grande, ed è tutt’ora il più venduto di sempre.

40 anni La vita è adesso (We Are the Champions, Rete Tre)
RSI Cultura 08.06.2025, 11:00
Contenuto audio