Musica rock

Dai labirinti alle lame

Com’è che negli anni ‘70 si passò dalla complessità del prog all’urgenza del punk

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Dai Labirinti alle Lame

Voi che sapete... 10.06.2025, 16:00

  • © Mark Weiss
  • Alessandro De Rosa e Giovanni Conti
Di: Alessandro De Rosa/Giovanni Conti/Red. 

Come si passa, in pochi anni, dalla complessità visionaria del progressive rock alla brutalità minimale del punk? È questa la domanda al centro dell’indagine sonora e culturale di Voi che sapete su uno dei più radicali cambi di paradigma della storia della musica. E cinquant’anni fa, nel marzo del 1975 i The Dicators uscirono con un disco molto importante che segnò quasi inequivocabilmente questo cambio di passo: Go Girl Crazy!

Ospiti il produttore, pianista e arrangiatore Marco Sabiu e il giornalista, scrittore e critico musicale Enzo Gentile, che ci guideranno nell’esplorazione di una parabola che copre un’intera epoca musicale, anzi due: dalla raffinatezza orchestrale di dischi come Free Hand dei Gentle Giant o Selling England by the Pound dei Genesis, fino alla rottura frontale di The Ramones (1976), Raw Power (1973) degli Iggy and The Stooges, Go Girl Crazy! (1975) dei Dictators, e al pugno in faccia definitivo di Never Mind the Bollocks (1977) dei Sex Pistols.

È stato davvero un cambiamento improvviso? O il frutto di un lento logoramento sociale e culturale, di una gioventù stanca del virtuosismo e in cerca di urgenza, verità, rumore? Attraverso ascolti guidati, confronti storici, testimonianze e analisi, Dai Labirinti alle Lame racconta la fine di un’utopia musicale e la nascita di un nuovo linguaggio. Non solo musica, ma anche società, ribellione, identità. Una discussione per capire come cambia il mondo, e perché la musica è spesso il primo segnale.

«Quello del punk è una specie di Big Bang, il secondo nella storia della cultura rock, che cade esattamente 20 anni dopo la nascita del rock’n’roll. Là era il ‘54-’55, aspettiamo 20 anni, un’altra generazione di mezzo, e parte il punk. Che ha lo stesso effetto sulle musiche di quel tempo: spazza via gli Elton John, il country rock, la West Coast, anche il prog, perché è una specie di missile che arriva all’interno dell’industria musicale.

Cambiano anche i nomi: non si chiamano più gli Eagles, una cosa anche carina. No, si chiamano Dictators, Dead Kennedys, Sex Pistols, Damned. Sono brutti sporchi e cattivi. Lo denunciano, non se ne vergognano, dicono che non sanno suonare e suonano per gente che non sa ascoltare. E quindi siamo un po’ tutti alla pari. Sul palcoscenico possono arrivare sputi, bottiglie, pomodori marci. È tutto ammesso. Sono borchiati, si trafiggono le guance con gli spilloni. Ed è tutto sommato una liberazione, perché fornisci a chi ha voglia di fare uno spazio. E cominciano a uscire anche dischi, materiali che poi rimarranno nella storia, non sono solamente esercitazioni estemporanee» (Enzo Gentile, giornalista e scrittore)

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