La Libertà negli occhi di Niccolò Fabi

Dalla natura e dal silenzio di uno chalet sul Lago dei Caprioli in provincia di Trento, nasce Libertà negli occhi , l’ultimo album del cantautore romano Niccolò Fabi.

Così, dopo la pienezza e ricchezza dell’orchestra ricercata nell’album Meno per meno, la nuova musica di Fabi ritorna all’essenza.
Lo testimonia Alba, il brano dall’intro elettronica che affonda nelle chitarre che apre l’album e contiene un unico verso: «Io sto nella pausa che c’è tra capire e cambiare». Poche parole, pensate e pesate, un mantra che promette un viaggio nella profondità del senso e dei sensi.

“Capire” è un verbo, un concetto, una base dell’agire che compare moltissimo in questo album che resta intimo e profondo in tutta la sua ricerca sonora, fatta di arpeggi di chitarra ed elettronica sapientemente misurata e funzionale per una voce delicata che a volte si fa forte, ma sempre elegantemente e sempre per una buona ragione.

In Nessuna battaglia la comprensione passa a un altro livello: la malattia non come un nemico da combattere, ma solo un’altra nostra possibile evoluzione. Ritroviamo anche i macrotemi di cui gli piace sempre occuparsi con nuove sfumature, amore compreso, in canzoni come L’amore capita e scopriamo, decapita.
Il filo conduttore di questo album sembra essere un dialogo tra il Niccolò cinquantasettenne e il Niccolò adolescente che incarna in uno dei cori di Acqua che scorre dove troviamo il figlio tredicenne.

Libertà negli occhi è dunque un viaggio sonoro nato dall’incessante porsi domande scomode per comprendere, dove ognuno avrà la libertà di vedere o guardare riempiendo gli occhi, ma direi soprattutto l’anima di quel che desidera, di quello che gli serve, di quello che gli appartiene. E ci riesce.

Niccolò Fabi si è preso del tempo per noi in un camerino di uno dei teatri che sta riempiendo con Libertà negli occhi, il suo ultimo album. Un disco nato proprio dal fermarsi, in uno chalet sul lago dei Caprioli, in provincia di Trento, insieme ad alcuni fedeli compagni di musica: Emma Nolde, Alberto Bianco, Roberto Angelini, Cesare Augusto Giorgini, Filippo Cornaglia e Riccardo Parravicini.

Ogni volta che ci si siede a chiacchierare con Niccolò si sa da dove si parte, ma non dove porteranno le sue riflessioni e le sue strade interrogative. Il porsi domande, soprattutto scomode, è una sua cifra che, album dopo album (siamo al decimo di inediti), non si attenua; anzi, si rafforza nella convinzione che sia l’unica via percorribile.