La storia di Charles de Ribaupierre è un film. Charles è in musicista romando espatriato a Parigi dopo che la Svizzera, nel 1995, aveva bocciato l’entrata dello Spazio Economico Europeo.
Batterista di formazione, poi chitarrista, pianista, cantante e amante del grande rock progressive, Confederation Music dedica una puntata a Charles de Ribaupierre che ha suonato per gran parte degli anni 70 con i “Flight”.
Per 4 decenni ha collezionando canzoni mai pubblicate, neppure nel lungo periodo Parigino dove, per anni, ha tenuto un Karaoke, prima di ritornare in Svizzera a registrarle.
Racconta de Ribaupierre: «È nato lentamente. C’erano pezzi che esistevano dai tempi deiFlight, altri sono brani arrivati più tardi e, infine, ho messo tutto insieme, con una logica. Trovo che sia divertente perché possiamo parlare di cose serie, come la guerra in Ucraina, e allo stesso tempo fare dell’umorismo. Mi piace l’umorismo nero».
Il progetto di Charles de Ribaupierre si chiama Alpenstock. L’album “Boudu Story” è un “concept” progressive rock ispirato all’estetica e alle sonorità d’inizio inizio anni 70, che va affrontato per la sua gestazione (durata più di 40 anni) e per la storia che racconta, quella del Signor Boudu.
«La storia di Monsieur Boudu inizia nel mondo degli spiriti. Un’entità viene chiamata all’Ufficio del Karma dove viene deciso che questo signore avrà un karma difficile da risolvere: una vita senza fare nulla. Sarà un responsabile dei diritti umani. E poi tutto inizia, con il Signor Boudu che non sta facendo nulla».
Charles De Ribaupierre ha vissuto per 27 anni a Parigi prima di rientrare in Svizzera con una missione: raccontare la storia.
«Lo vedete anche voi dove ci troviamo oggi. Nel 1975 avevo scritto “The Hell’s Sins Key”, un brano ispirato agli Accordi di Helsinki, tenutisi quell’anno e dove i russi (l’allora Unione Sovietica) avevano firmato la dichiarazione che comprendeva, tra le tante cose, anche il rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali.
All’epoca i rifugiati dell’Est si congratulavano con noi, mentre la gente di sinistra qui ci insultava perché per loro l’Unione Sovietica era il paradiso. Ora siamo di nuovo nel vivo della situazione, così sono tornato su quella canzone, riferendomi all’Ucraina».
Charles De Ribaupierre si definisce un sessantottino, ma non di sinistra, forse anarchico.
«Brassens mi piace molto, quel tipo di persona che non si lascia coinvolgere dalle assurdità del momento, come il pensiero unico. Non mi piacciono i tempi in cui viviamo. Ma non posso impedire agli altri di apprezzarli. Non sarei mai un anarchico che fa esplodere bombe. Piuttosto me ne sto immobile».
Sulla copertina di Alpenstock è raffigurato Mount Rushmore con i volti di Biden, Marcon, Putin e Zelenski
«Ho scelto quei volti perché parliamo sempre, tutto il tempo, di diritti umani, senza riflettere sul fatto che la maggior parte dei governi di questo pianeta è dittatoriale. Quello in cui viviamo non è un mondo democratico. Trovo bizzarro che, quando abbiamo qualcuno all’estrema destra come Hitler e qualcuno all’estrema sinistra come Stalin parliamo sempre della destra, quando invece una dittatura di destra è orribile tanto quanto una di sinistra».
“Boudu Story” di Alpenstock é un viaggio creativo e technicolor dove karma e psichedelia s’intrecciano in un surrealismo cosmico che, pur con radici lontane nel tempo, coglie a pieno lo Zeitgeist.