Musica e protesta

Revolution Summer: i punk di Washington che anticiparono il futuro

Nella capitale USA, nel 1985, scoppia una contestazione pacifica a base di musica e temi modernissimi, spiazzanti per l’epoca

  • Oggi, 15:04
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Concerto-protesta nei pressi della Casa Bianca

  • Mark Beemer
Di: Stefano Roncoroni 

Washington non è solo la Casa Bianca. Anzi, proprio per la presenza di un potere così forte, la città ha sempre avuto una controcultura molto attiva, distante dalla sua nomea di covo di stanchi burocrati.

Quella che vi raccontiamo è una storia che nasce nella sottocultura punk hardcore dei primi anni ’80, nella capitale americana. Una storia fatta di musica gridata da giovanissimi.

Ciò che è spiazzante sono i contenuti legati a quei suoni, distantissimi dal nichilismo autodistruttivo del punk dell’epoca. Valori positivi, attenzione alle disuguaglianze e alle ingiustizie sociali: furia sì, ma con rigore e morale!

E ancora più sorprendente è il fatto che molte idee di quella realtà, estremamente underground, oggi sono diffusissime, quasi di moda. Un esempio su tutti: l’essere vegani.

Oltre la triade “sesso, droga e rock and roll”

I’m a person just like you / But I’ve got better things to do / Than sit around and smoke dope

Straight Edge, Minor Threat

Straight Edge è una canzone di un gruppo culto di Washington, i Minor Threat. Alla voce c’è Ian MacKaye, figura importantissima per la controcultura americana, cofondatore nel 1987 dei Fugazi, una delle band più importanti del rock indipendente.

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Minor Threat (1982)

  • Glen E. Friedman

Insieme all’altra canzone-manifesto Out of Step, «Don’t smoke / Don’t drink / Don’t fuck», dà il via alla filosofia di vita Straight Edge: niente sballo, niente sesso occasionale. Il tutto non in chiave moralista, ma come scelta etica, quasi di opposizione: restare lucidi per capire la realtà e combatterla.

Il movimento evolve in fretta e abbraccia anche alimentazione vegetariana, vegana, l’animalismo e l’ecologia: stili di vita e visioni oggi diffusissimi, ma per l’epoca spiazzanti.

Oltre la “rivoluzione”

La scena musicale si evolve, dai suoni duri e veloci si passa a qualcosa di diverso che in molti chiameranno Emocore. E il tutto diventa anche un movimento di protesta.

1984, un ragazzo e una ragazza, che suonano in varie band della città e lavorano per il governo, hanno un’idea: sfruttare la fotocopiatrice dello Stato americano per stampare volantini con la scritta “Revolution Summer is coming!” I volantini vengono spediti in massa: buste e francobolli sono sempre a spese del governo!

Nei giovani antagonisti di Washington c’è un’idea in grande anticipo sui tempi: quella di creare una “community”.

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"Punk percussion protest", ambasciata del Sudafrica, Washington (1985)

  • Autore sconosciuto

La Revolution Summer arriva nel 1985, quarant’anni fa esatti. La scena musicale, legata alla storica etichetta indipendente Dischord Records (fondata da due membri dei Minor Threat e ancora attiva) abbraccia il collettivo politico Positive Force DC.

Non è una rivoluzione vera, è un momento di protesta: al centro, le disuguaglianze sociali, i diritti civili, l’apartheid. Non è un caso che la protesta contro l’apartheid avvenga a Washington: la presenza afroamericana nella città è fortissima e uno dei primi gruppi della scena punk hardcore sono i Bad Brains, in pratica gli inventori del crossover.

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Bad Brains (1985)

  • Steven Hanner

Tutti i punti caldi delle contestazioni sono in grandissimo anticipo sui tempi.

C’era, ovviamente, la questione razziale. E c’era un’apertura nei confronti di gay e lesbiche. Le donne erano considerate cittadine di seconda classe anche nei movimenti più radicali. Si doveva far fronte comune, eravamo tutti emarginati!

Mark Andersen, attivista della Positive Force, da un’intervista al mensile Rumore

Insomma, la Revolution Summer non è stata certo una rivoluzione con sangue e ribaltamento del potere, ma ha portato un modo nuovo di protestare, basato sulla comunicazione, sulla creazione di una community e ha abbracciato temi modernissimi come l’animalismo e l’alimentazione vegana.

E le radici di nuovi movimenti per i diritti LGBTQ o antirazzisti in stile Black Lives Matter erano sorprendentemente già ben presenti.

Vi sembra poco?

06:09

Fugazi, il punk in una nuova dimensione (Radio Monnezza, Rete Tre)

RSI Cultura 18.08.2025, 20:00

  • Imago/Avalon.Red
  • Maurizio Forte

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