La musica può essere un colpo di fulmine, come nell’amore. Passa dalle orecchie e non dagli occhi certo, ma è al cuore che va. E ci rimane. E come per l’amore, mica lo sai perché torni sempre lì.
Sun Glitter & Other Reflections non è un’ossessione ma poco ci manca. È il titolo del primo album del quintetto indie psy-rock ginevrino Sunday, June, due parole che contengono l’essenza di un suono: la leggerezza contemplativa di una domenica e il sole caldo di giugno.

In 10 tracce (di cui 3 sono interludi) Sunday, June mostrano una naturale e fantastica inclinazione per le grandi melodie, gli spazi aperti e la psichedelia degli anni ‘60, in un mélange vintage/moderno ben prodotto e che si condensa in uno degli album indie rock svizzeri più belli dell’anno.
Musica suggestiva da ascoltare con la strada davanti, per sognare, con la brezza del deserto nei capelli. Ce la racconta lo scienziato ambientale e musicista d’origini catalane Mario Peiro: «All’inizio pensavo di fare tutto da solo: registrarle, mixarle, pubblicarle. Senza troppe cerimonie. Ma poi ho iniziato a comporre dei brani coerenti tra loro, e ho mostrato le demo a degli amici di Valencia». Uno di loro era amico dei fondatori di Nuda, l’etichetta che ha pubblicato l’album: «Ci siamo sentiti, hanno trovato ottime le canzoni, ed erano curiosi di vedere dove sarebbe andato il progetto. Erano interessati a pubblicare un album. Questo mi ha incoraggiato a fare sul serio e a comporre un disco intero, che a sua volta mi avrebbe incoraggiato a cercare gente per suonarlo dal vivo».
Nei testi del disco affiorano molti riferimenti alla natura. Non è un caso, spiega Peiro: «Quando compongo, penso che sia soprattutto un esercizio di contemplazione interiore, per esprimere i sentimenti o lo stato in cui mi trovo. Sono molto ispirato dalla natura e dalle cose che mi circondano. Molti passaggi dei testi parlano di natura, montagne, mare, sole. La natura mi ha sempre suscitato immagini che ispirano la composizione».
