Eclettico, camaleontico, carismatico. Contemporaneo. Harry Styles ha solo 29 anni ma ha vissuto molte vite. È cambiato, è evoluto, si è trasformato più volte e continua a farlo. Nella musica, nello stile, nell’attitudine e anche nei messaggi che manda.
A poco più di un mese dalla fine del suo tour mondiale durato due anni e terminato alla RFC Arena di Reggio Emilia, al cospetto di oltre centomila persone, ripercorriamo il suo volo verso l’alto e i momenti che lo hanno portato ad essere quello che è oggi.
La sua è uno di quelle storie che sembrano uscite dritte dalla sceneggiatura di un film. Uno di quei film che raccontano la scoperta, il percorso e l’ascesa di una delle popstar più conosciute e influenti del mondo.
2010. Styles, nato nel Worcestershire,Regno Unito, partecipa alle audizioni del talent show televisivo britannico X Factor. Viene eliminato come solista ma rientra in gara all’interno di una boy band: sono gli “One Direction”. Anche se non vincono il programma il loro successo negli anni cresce sempre di più, soprattutto tra i teenager, diventando planetario. In totale, la band vende oltre 50 milioni di dischi nel mondo, tra album e singoli. La sua prima vita, la sua carriera, comincia così: dal talent ai grandi palchi e va avanti fino al 2016, quando gli “One Direction” si prendono una non ben definita pausa.
A questo punto Harry Styles fa la sua mossa, una mossa che cambia tutto, lanciandosi nella carriera da solista. E forse in quel momento, tutto il suo potenziale, tutto il suo carisma, esplode per davvero. La musica, dallo stile pop e teen pop si apre ad elementi di soft rock, britpop e anche a influenze dal folk. Conserva il pubblico che aveva con la band (lasciandone ben poco agli altri membri) e ne conquista altro ancora.
Sei anni, tre album da solista e oltre 40 milioni di copie vendute a livello globale dopo, Styles si è dimostrato sempre capace di evolvere. Sul palco canta, balla da solo, corre, parla e intrattiene. In una parola, è uno showman. Di quelli che ti trasmettono allegria e buoni sentimenti, mettendo al bando qualsiasi volgarità e banalità.
Harry Styles, The Free Nationals, Pearl Jam...
Pop Up 14.12.2019, 15:00
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È diventato un artista particolarmente amato dalla Generazione Z, che apprezza il suo attivismo a sostegno dei diritti della comunità LGBTQ+ e delle cause ambientali. Durante i suoi concerti sventola spesso la bandiera arcobaleno, diffondendo messaggi di inclusione e auto accettazione. E poi, piano piano ha cambiato anche il suo look, adottando un’estetica gender fluid. Nel 2020 è stato il primo uomo a comparire da solo sulla copertina di “Vogue”, scegliendo di indossare un abito di pizzo azzurro sotto lo smoking nero. Uno stile che ripropone sul palco, nei suoi videoclip e durante gli eventi in cui presenzia.
Forse, oltre che per il talento musicale e da performer, a molti piace proprio perché trasmette quell’idea che puoi essere chi vuoi, se davvero lo vuoi.
Ecco, come se tutto questo non dovesse essere abbastanza, Styles sta vivendo anche un’altra vita, quella d’attore. E quale migliore attività di questa, per cambiare di nuovo pelle e diventare qualcun altro?
Il suo esordio avviene nel 2017 con “Dunkirk” di Cristopher Nolan, dove interpreta un soldato inglese durante la Seconda Guerra mondiale. Il rischio di una stroncatura è dietro l’angolo, come a volte accade ai musicisti che tentano la strada della recitazione, ma il suo debutto riceve critiche generalmente positive e incoraggianti. Negli anni riceve poi altri ruoli, da “Eternals” di Chloé Zhao, “Don’t Worry Darling” di Olivia Wilde e “My Policeman”, di Michael Grandage. Va detto che in alcuni casi (vedi “Don’t Worry Darling”, presentato alla Mostra del Cinema di Venezia), le performance dell’artista suscitano diverse perplessità e non convincono pubblico e critica. Ma anche qui, Styles non sembra intenzionato a fermarsi.
Harry Styles -nel bene e nel male- è un personaggio che si espone, che non sembra avere limiti e forse per questo ha attraversato così tante ere. La sua carriera poteva arrestarsi con una brusca battuta d’arresto, il suo nome poteva finire all’interno di uno di quegli articoli che titolano: “vediamo che fine hanno fatto dopo il successo”, come ci insegna la storia. Però, ogni tanto, qualcuno ce la fa. E questo sembra essere proprio il suo caso. Capace non solo di sopravvivere alla sfida del talent, della boy bond, del debutto solista e del debutto cinematografico, ma anche di continuare a brillare. E così continuiamo a seguire il suo volo per scoprire dove lo porterà.