Forse schifati, ostracizzati e talvolta persino schiacciati. Di sicuro, sono presenti un po’ ovunque. Per quanto gli entomologi si sforzino di ripetere che gli insetti, con le loro forme così varie e sorprendenti, siano importanti per pressoché ogni ecosistema, non godono certo della simpatia dei più. Eppure, occorre dar ascolto agli esperti, perché il futuro di questi piccoli invertebrati che giocano un ruolo fondamentale nel mantenimento del pianeta è quanto mai incerto. A ribadirlo, prendendosi anche l’onere di fare chiaramente il conto della situazione, è anche il rapporto sul tema delle Accademie Svizzere delle Scienze Naturali rilasciato in italiano a luglio 2024, che evidenzia il calo costante della loro quantità e diversità.
Gli insetti, classe di artropodi alla quale, contrariamente alle erronee credenze di alcuni, non appartengono i ragni, che sono aracnidi, né i vermi, che sono anellidi, comprendono sul suolo svizzero quasi sessantamila specie diverse, di cui solo quarantamila scoperte. È un numero enorme se si pensa che nel nostro Paese sono note “solo” 437 specie di vertebrati e 4292 di vegetali. La diversità di questi animali è incredibile e, senza addentrarci nelle nomenclature zoologiche delle sette categorie, basti pensare che si va infatti dai suggestivi grilli alle incantevoli farfalle, dalle insopportabili zanzare alle amate coccinelle. Tutti diversissimi fra loro, tra chi vive nei vecchi tronchi caduti e chi sopra gli stagni, chi si ciba di carcasse e chi di nettare, gli insetti sono accumunati da alcune caratteristiche fisiche precise, ovvero possiedono un corpo dotato di tre paia di zampe e diviso in testa, addome e torace.
Insetti
RSI Cultura 26.03.2024, 17:11
La loro costante operosità a scale così piccole offre i cosiddetti “servizi ecosistemici” indispensabili per l’equilibrio biodinamico del territorio e, quindi, per la sopravvivenza e il benessere dell’uomo. Le api, sia quelle mellifere che quelle selvatiche, sono ad esempio fondamentali per l’impollinazione delle piante, gli scarabei stercorari contribuiscono alla reintegrazione delle sostanze nutritive del letame all’interno del suolo, le formiche contribuiscono alla diffusione dei semi e molte larve si occupano della decomposizione delle carcasse e dei resti vegetali e altri sminuzzano il materiale organico preparandolo per funghi e microorganismi. Senza scordare che moltissimi insetti sono alla base della piramide alimentare, predati da uccelli e molti altri piccoli vertebrati. Gli insetti lavorano tra loro in modo complementare e interdipendente tessendo così, assieme agli altri organismi, quella che viene definita la “rete ecologica”, un collegamento funzionale tra esseri viventi. Purtroppo, la decrescita costante di varietà e quantità degli insetti mina la stabilità e il funzionamento di importanti nodi della rete ecologica e pone delle incertezze sulla sopravvivenza di altre specie animali e vegetali. Oggi, 1153 specie di insetti sono attualmente nelle rispettive Liste Rosse, degli elenchi redatti dall’Ufficio Federale dell’Ambiente UFAM circa gli animali a rischio, e il 43% di queste è considerato minacciato, il 16% potenzialmente minacciato, 38 specie di insetti estinte e 107 in pericolo di estinzione.
Insetticidio
RSI Cultura 28.01.2024, 18:05
Per prendersi cura degli insetti, la parola d’ordine diventa “varietà”: di paesaggio, vegetazione, luce e acqua, per permettere la formazione spontanea di microstrutture dove loro possano formare le proprie tane o trovare le fonti di nutrimento di cui le varie specie hanno bisogno. Eppure, le attività umane vanno spesso nella direzione opposta. L’agricoltura, con i fertilizzanti all’azoto, gli erbicidi e i pesticidi utilizzati nelle monoculture, rende estese porzioni di territorio assolutamente inospitali per la maggioranza degli insetti, eccettuate pochissime specie. Le città, viene da sé, non forniscono le condizioni adatte alla maggior parte degli insetti perché manca la diversità botanica, anche se la presenza di giardini o piante ai margini delle strade possono costituire delle oasi soprattutto per gli animali meno stanziali. L’effetto che ne deriva è la cosiddetta “frammentazione dell’habitat”, ovvero la separazione di zone nelle quali una data specie vive, una situazione che porta a uno scarso scambio genetico indebolendo generazione dopo generazione la popolazione locale. A questi si somma l’effetto dei violenti macchinari utilizzati nell’agricoltura, che non lasciano scampo ai piccoli animali, gli sfalci di prato da pascolo sempre più frequenti, che non permettono la formazione di popolazioni stabili, e l’inquinamento luminoso, che altera orientamento e comportamenti di molti insetti. Invece, negli ambienti acquatici, ospitanti l’80% di tutte le specie animali svizzere e quindi importantissimi per la diversità, la fauna si sta ora risollevando grazie a impianti di depurazioni e politiche di protezione, dopo aver sofferto nel Novecento un brusco declino a causa dell’inquinamento. Per fronteggiare con vigore questi scenari, il rapporto delle Accademie Svizzere delle Scienze indica dodici passaggi chiave per prenderci cura delle necessità degli insetti, in direzione della ricerca, delle politiche urbane, dell’agricoltura e di misure mirate per le specie più a rischio.
Dall’altra parte, è ben evidente che alcuni insetti in date circostanze possono arrecare grandi danni all’uomo e al suo operato. Nell’agricoltura si stima che causino una perdita annuale del raccolto mondiale attorno al 17-30%, cifra ulteriormente aggravata da commerci e viaggi che favoriscono l’arrivo di specie infestanti, come lo scarabeo asiatico che sta aggredendo le vigne in Italia settentrionale e Ticino. A livello sanitario, le zanzare costituiscono una seria minaccia in molti Paesi, dove sono portatrici di malattie come la dengue e la malaria (la zecca, che può trasmettere la meningite, è un aracnide), oltre naturalmente alle pericolose reazioni allergiche che certi insetti scatenano in alcune persone. Questo, però, non deve spaventarci e farci dimenticare il lavoro poco visibile che svolgono instancabilmente negli ecosistemi.
A cosa servono le zanzare?
RSI Cultura 14.08.2024, 12:00