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La maestra di Stabio: una storia di discriminazione

Dall’archivio della Memoria della località del Mendrisiotto, arriva direttamente dall’Ottocento la vicenda di Igea Perucchi, costretta a lasciare il lavoro perché “disonorata” da una gravidanza

  • Un'ora fa
La chiesa di San Pietro di Stabio nel 1900 circa

La chiesa di San Pietro di Stabio nel 1900 circa

  • Archivio della Memoria di Stabio
Di: Kappa / Simona Sala /MrS 

È stato presentato al pubblico il terzo quaderno curato dall’Archivio della memoria di Stabio, un gruppo composto (soprattutto) da Marco Rossi, Daniela Garzoni, Marco Della Casa e Guido Codoni. L’archivio del paese in cui vivono, curato dall’archivista Brenno Leoni, è assai ben custodito: può raccontare ancora tante cose del passato.

Proprio da quell’archivio è venuta alla luce la storia di un’insegnante di scuola elementare, Igea Perucchi: nel 1878, la donna rimase incinta pur non essendo sposata. Una cosa inaccettabile per la società dell’epoca, tanto che se ne chiese l’allontanamento dalla scuola.

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La maestra ribelle

Kappa e Spalla 05.11.2025, 17:35

Una storia raccontata in uno scambio di lettere, rimaste agli atti. Si legge come Igea si oppose alla volontà del Municipio: voleva portare a termine la gravidanza, rivendicava di venire da una “buona famiglia”, non vedeva nulla di male nel fatto di insegnare a delle ragazzine ed essere una madre sola. A quel punto il Municipio di Stabio si rivolse al Consiglio di Stato, che gli diede ragione: la donna dovette andarsene.
La cosa curiosa è che era davvero di buona famiglia: aveva un fratello minore che poi divenne sindaco di Stabio prima, e granconsigliere poi. Un uomo liberale, di ampie vedute, che sicuramente fosse stato un po’ più grande all’epoca, avrebbe potuto aiutare sua sorella in quella circostanza.

Circostanza che altro non era che una forma di discriminazione: una donna sola, pur se brava con le sue allieve, innamorata del proprio lavoro, non aveva la possibilità né il diritto di tenersi il proprio figlio e avere una professione rispettabile. Perché lei, rispettabile, non era più considerata.
La lettura della motivazione addotta per giustificare l’allontanamento della maestra è piuttosto chiara in questo senso. Testualmente, dagli archivi di Stabio, inizia così:

Visto che il Signor Ispettore Scolastico, allo scopo di risparmiare alla prefata maestra il danno e il disonore di una destituzione, ed anche per ridurre a minori proporzioni il pubblico scandalo, ha consigliato la maestra stessa a rinunciare spontaneamente alla carica di cui era investita, ma che tale consiglio non ha potuto sortire il desiderato effetto, cioè quello che lei si allontanasse spontaneamente… 

Dunque, ecco la motivazione: si parla di scandalo, di decoro. Una donna incinta non sposata non poteva insegnare a delle bambine di seconda elementare.

Poco dopo, nel 1880, Igea morì. Oggi è ancora sepolta a Stabio, nella tomba della famiglia Perucchi. Si mormora che si sia tolta la vita, ma non ci sono prove in questo senso. Rimane, oggi, una vicenda che la dice lunga sulle forme di discriminazione e di non inclusione del genere femminile nel corso della storia.

Il terzo quaderno a cura dell’Archivio della Memoria di Stabio si intitola Scorci dell’’800: qui la pagina dedicata sul sito lanostrastoria.ch.

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