La persecuzione delle streghe è stato un fenomeno profondamente ancorato nelle realtà rurali che nel Ticino, ed in particolare in Leventina, è sfociato in centinaia di processi.
Si trovano i primi resoconti di processi alle streghe in Valle Leventina a far tempo dal 1431 in documenti rinvenuti nell’archivio del Pretorio di Faido, ora raccolti nella serie “Materiali e documenti ticinesi” (MDT) dell’Archivio di Stato del Canton Ticino. Interessante sottolineare la particolarità delle fonti ritrovate che, oltre agli atti dei giudizi, contengono anche verbali di interrogatori, seppur frammentari, di 40 processi tenutesi a Faido tra il 1431 e il 1459.
La svolta nella persecuzione delle streghe si ebbe nel 1484 quando Papa Innocenzo VIII, il 5 dicembre, emanò la bolla Summis Desiderantes Affectibus, con la quale si chiedeva maggior efficacia nella lotta contro streghe e stregoni.

Ritratto di papa Innocenzo VIII – Calvi dell'Umbria.
Con la bolla, la Chiesa riconobbe per la prima volta l’esistenza della stregoneria, legalizzò la persecuzione e giustificò le azioni degli inquisitori. La bolla fu emanata su richiesta di Heinrich Kramer, inquisitore e monaco domenicano responsabile di numerosi processi ed esecuzioni nelle diocesi di Costanza e Ravensburg.
La bolla papale portò a un forte aumento dei processi alle streghe, e culminò nella pubblicazione intitolata Malleus Maleficarum pubblicata nel 1487 proprio da Heinrich Institoris Kramer con la collaborazione di un altro monaco domenicano, Jakob Sprenger.

Sprenger, Jakob: Malleus Maleficarum, 1669.
Il Malleus Maleficarum divenne il manuale dei giudici per la persecuzione delle streghe; conteneva istruzioni dettagliate e tutte le conoscenze teoriche della pratica persecutoria di Sprenger e Institoris Kramer. Descriveva anche il modo in cui gli inquisitori dovevano procedere. In virtù dell’autorità apostolica, costoro dovevano essere autorizzati a imprigionare e punire le streghe. Per la prima volta fu codificata l’eliminazione fisica delle streghe, che in precedenza era possibile solo in caso di recidiva. La bolla conteneva una definizione esaustiva delle streghe, persone di entrambi i sessi che si allontanavano dalla fede cristiana e che intrattenevano rapporti sessuali con demoni, incubi (demoni maschili) e succubi (demoni femminili).
Il martello delle streghe
RSI Cult+ 15.11.2021, 15:57
Chi erano dunque le streghe agli occhi dei persecutori e quali erano i compiti attribuiti agli inquisitori? Nella sua bolla, Papa Innocenzo VIII così si espresse:
Desiderando noi [...] che la fede cattolica [...] cresca e fiorisca al massimo grado possibile, e che tutte le eresie e le depravazioni siano allontanate dai paesi dei fedeli, questo decretiamo [...]. È recentemente giunto alle nostre orecchie [...] che in alcune regioni dell’alta Germania, come [...] Magonza, Colonia, Treviri, Salisburgo, e Brema, molte persone di entrambi i sessi, [...] rinnegando la fede cattolica [...], si sono abbandonate a demoni maschi e femmine, e che, a causa dei loro incantesimi, lusinghe, sortilegi, e altre pratiche abominevoli [...] hanno causato la rovina propria, della loro prole, degli animali, e dei prodotti della terra [...] così come di uomini e donne, delle greggi e delle mandrie, delle vigne e dei frutteti [...] che essi hanno tormentato e torturato, infliggendo orribili dolori e angosce, sia spirituali che materiali, a uomini, mandrie, greggi, e animali, impedendo agli uomini di procreare e alle donne di concepire, e facendo in modo che nessun matrimonio potesse essere consumato; che, per di più, la fede stessa, che essi accolsero con il sacro battesimo, con bocca sacrilega rifiutano [...] e si macchiano di molti altri abominevoli crimini e peccati [...] dando uno scandaloso e pernicioso esempio alle popolazioni. […] Noi decretiamo in virtù della nostra autorità apostolica, che sia concesso ai sopracitati inquisitori di esercitare il proprio ufficio di inquisitori nelle sopracitate regioni, e procedere alla correzione, all’imprigionamento ed alla punizione delle suddette persone, per le colpe e i crimini sopracitati, in ogni loro aspetto e precisamente come se le province, città, territori, luoghi, persone e crimini sopraindicati fossero stati menzionati espressamente nella lettera sopracitata. […] Che alcuno osi infrangere la nostra dichiarazione. Si renda noto agli attentatori che essi incorreranno nell’ira di Dio Onnipotente e dei beati apostoli Pietro e Paolo.
(estratto della bolla papale, traduzione dal latino).
Sebbene i processi in Leventina fossero iniziati in un’epoca precedente la pubblicazione della Bolla Papale e del Malleus Maleficarum, i principi della persecuzione erano i medesimi. Si basavano su manuali di epoca anteriore, in particolare sul trattato relativo al sabba delle streghe nella zona fra il Vallese e la Valle d’Aosta Errores Gazariorum, la cui prima stesura risale alla seconda metà del decennio 1430-1440, e sull’opera di Hans Fründ, cronista di stato a Svitto e cancelliere del tribunale di Lucerna, Rapporto sulla caccia agli stregoni ed alle streghe condotta a partire dal 1428 nella diocesi di Sion.

Goya, Francisco: Il grande caprone, 1797-1798. Museo Lazaro Galdiano, Madrid.
A partire dal 1457, fatto caratteristico e allo stesso tempo singolare, in un’epoca in cui la giurisdizione sui reati di stregoneria era di stretta pertinenza ecclesiastica ed i processi alle streghe erano condotti dagli inquisitori, in Leventina la giurisdizione passò ai tribunali laici che si occuparono sia degli interrogatori, sia dell’emanazione delle sentenze. In tale ambito giocava un ruolo pure la popolazione, chiamata dapprima ad intervenire attivamente nella denuncia di presunti atti di stregoneria, miglior metodo per regolare vecchi screzi e antiche antipatie, poi in qualità di testimone ed infine ad assistere alle esecuzioni. In Ticino il fenomeno della stregoneria non aveva un carattere prettamente religioso, bensì era legato indissolubilmente al mondo rurale e delle sue difficoltà quotidiane.

Dürer, Albrecht: Strega. 1498-1502.
La particolare intensità della caccia alle streghe e agli stregoni era strettamente connessa con la forza distruttrice che a costoro si attribuiva:
Ciò che viola la regolata convivenza della comunità locale, ciò che colpisce l’individuo e ne minaccia la sopravvivenza fisica o economica, è immediatamente attribuito all’azione negativa di un essere umano, che può costituire in terra il tramite della potenza minacciosa e malefica del demonio. Un elemento caratteristico dei processi leventinesi è dato dal fatto che a streghe e stregoni è talora attribuito il potere di costringere un individuo a lasciare il paese. L’emigrazione, piaga più che secolare in queste valli, trova così agli occhi dei valligiani una plausibile spiegazione. […] Nei processi sono citati anche altri più pericolosi e devastanti poteri di streghe e stregoni. Gli adepti del diavolo danneggiano il bestiame e i loro prodotti (latte, formaggio) o altri cibi, provocano disturbi e malattie di vario genere agli uomini, distruggono i raccolti facendo imperversare il maltempo con neve, freddo e brina. […] Ancora più grave è considerata la conclamata capacità delle streghe di danneggiare la prole (umana o animale che sia) anche prima della nascita.
(Vismara, Giulio; Cavanna, Adriano; Vismara, Paola: Ticino Medievale. Storia di una terra lombarda. Locarno 1990. S. 347-348)
La Svizzera e la caccia alle streghe: chi erano?
Alphaville 10.05.2024, 12:35
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Alle streghe venivano imputati pressoché tutti gli eventi negativi che potevano avverarsi nell’ambito di una comunità rurale, quali la perdita di bestiame, la distruzione del raccolto causando eventi atmosferici disastrosi, il deterioramento del bosco, di grande importanza per l’economia, e l’infanticidio, un evento particolarmente grave per la società dell’epoca. Tutto ruotava principalmente intorno a questioni di vicinato e le accuse nascevano soprattutto da situazioni di conflitto quotidiano.
In un’epoca in cui il pensiero e l’istruzione erano piuttosto carenti, anche fra i rappresentanti del clero, e la popolazione possedeva unicamente una conoscenza superficiale dei principi della fede cristiana, il fenomeno della caccia alle streghe trovò terreno fertile, non da ultimo quale spiegazione per tutte le calamità e le sventure per le quali non vi era una risposta razionale, né una giustificazione plausibile.

Ritratto di Anna Göldi, custodito nel museo a lei intitolato situato a Ennenda, Canton Glarona.
La persecuzione delle streghe terminò verso la fine del XVIII secolo; l’ultimo processo in Svizzera ebbe luogo a Glarona nel 1782 e portò alla decapitazione di Anna Göldin, solo qualche anno prima dello scoppio della Rivoluzione francese, mentre in Europa si facevano strada le idee illuministe.
E noi al posto loro? Albertina Bovera strega
RSI Notrehistoire 20.10.1978, 16:36