L’origine della Lingera è una lunga storia. Anche se le fonti più ufficiali raccontano di una Lingera che prese il via agli inizi del Novecento, alcune leggende narrano come la Lingera la si festeggiasse già almeno trent’anni prima della Grande Guerra.
Una favola, quella della Lingera, che inizia oltre cento anni fa Elzio Taddei, personaggio conosciuto a Roveredo e memoria storica delle tradizioni del luogo, in un’intervista rilasciata nel 2005, raccontava come nacque il carnevale, tra aneddoti e leggende. La favola vuole che nel 1862 una donna proveniente dalla Lapponia, con un figlio di nome Giovanni, giunse a Roveredo e avviò un piccolo negozio di alimentari e cianfrusaglie. Si narra che la donna viaggiasse di paese in paese, per tutta la Mesolcina e la Calanca, con una grande gerla in cui collezionare prodotti gastronomici come formagelle, salsicce, salametti, salami e mortadelle, per poi rivenderli nella sua bottega all’entrata della vecchia strada “Caraa de Befen”.
Il figlio Giovanni Meyer – nonno dello stesso Elzio Taddei –, riconosciuto anche come “el Todeschett” per via della padronanza del tedesco, frequentando le scuole a Roveredo imparò bene la lingua locale e, compiuti i diciannove anni, incontrò un altro giovane di lingua tedesca proveniente da Sarn, tale Alessandro Gemperle, in cerca di lavoro. Alessandro, stabilitosi a Roveredo, diventò grande amico di Giovanni. I ragazzi, insieme a un altro gruppetto di amici, proprio durante il periodo di carnevale, acquistarono una bottiglia di vino nostrano nella frazione di Carasole e, in poche ore, se la scolarono tutta conciandosi per le feste. La stessa storia, poi, si ripeté l’anno successivo e quello dopo ancora, aumentando sempre più il gruppo di amici amanti del “far festa”, tanto che i canti diventarono schiamazzi e le donne nei dintorni, affacciate per metà alle finestre, bisbigliavano tra loro:
“Te vist chi ghè giù amò?! Anga chest'ann! I lingera del paes a inciocas come porscei!" Ed è proprio dai “lingera”, quindi, nasce una tradizione che dura fino ad oggi. Come raccontava lo stesso Taddei, il primo Re della Lingera fu Alessandro Gemperle; Taddei poi ricorda quando la Lingera partiva dalla frazione di Piazza, Via del ponte di Valle e una carrozza trainata da un cavallo nero con tanto di cocchiere trasportava il Re della Lingera vestito con tanto di cappello a cilindro, giacca a coda di rondine e cravatta. Il Re teneva il discorso di carnevale, dopodiché con il “Todeschett” e altri amici festeggiavano in Piazzetta. Quando Alessandro arrivò all’età della vecchiaia cedette lo scettro a Fermo Rigotti, di cui i successori furono: Troger Aurelio, Barbieri Pietro, Martignoni Bruno, Losa Alessandro (Re Kumerli), fino ad arrivare a oggi, con Re Brenno Martignoni e Regina Stefania, sposi nella vita e consorti nella Monarchia, che dal 2013, con la loro ampia corte, animano la Lingera.
Tempo di cagorda: sta arrivando il carnevale
RSI Food 06.01.1978, 16:30
Le tradizioni gastronomiche al Lingera e i ricordi golosi di Re Brenno
Proprio a Re Brenno, della Dinastia Boeri, abbiamo chiesto qualche ricordo e nozione gastronomica per raccontare la grande festa a tavola. Brenno ci svela che i suoi ricordi da bambino sono legati a una leccornia “rituale”: pochi sanno – spiega Brenno Martignoni – che Roveredo, oltre ad aprire la carrellata dei carnevali, la chiudeva anche, con il Carnevaa Vecc Carasoo, il carnevale “vecchio”, cioè, in pieno regime ambrosiano, la cui specialità sono i merengue con la fiora, delle irresistibili meringhe con la panna. È lo stesso Re, però, a suggerirci di interpellare Elga Guerini, oggi cuoca alle scuole elementari di Roveredo, assidua frequentatrice del carnevale Lingera negli anni e, come la descrive lo stesso Brenno: “custode di tradizioni culinarie e vicina – con la cucina – alle nuove generazioni”.
(Roveredo: apertura Carnevale Lingera Roveredo, maccheronata. Nella foto il Ré e Regina Lingera durante la festa di Carnevale Lingera, aperto con la maccheronata offerta e musica Guggen. © Ti-Press / Alessandro Crinari)
Elga, dalla sua infanzia, ricorda i numerosi cuochi in campo durante i giorni di festa, addetti alla preparazione di risotto e luganighe, ma anche la polenta con gorgonzola, preparata nei vari ristoranti di Roveredo in occasione del martedì grasso (Martedi Grass), tradizione che si è portata avanti per tanti anni, oggi persa, e veniva chiamata StraKumerli, in onore del Re Kumerli I promotore della manifestazione: in Piazzetta, a pochi giorni dalla chiusura ufficiale della Lingera, iniziava questa seconda festa con serate nei ristoranti e bar, con tanto di palo della cuccagna al centro della piazza. Elsa ci racconta poi i suoi ricordi dolci: oltre alle classiche chiacchiere che si facevano e si fanno tutt’ora, sono i tortei de carnevaa ad essere una vera delizia; delle frittelle a base di una pastella relativamente soda composta da mela grattugiata, birra, latte, farina, uova, burro, zucchero e uvetta che, presa a cucchiate, viene fritta nell’olio bollente fino a doratura, per poi ultimare le frittelle ottenute con una spolverata di zucchero a velo.
Tornando sempre ad Elzio Taddei e alle testimonianze che ha lasciato prima della sua morte, si ricorda come nel dopoguerra si svolgessero i giorni prima della festa: si organizzavano cavallo, carro, carrettiere e botte di legno di almeno due o tre ettolitri; quando era tutto pronto, si faceva il giro delle frazioni suonando la cornetta e richiamando i viticoltori del paese che, con secchielli di rame, prendevano nelle loro cantine il vino e lo portavano al carro gettandolo nella “pidra” (imbuto). Una volta che la botte era piena la si portava davanti alla falegnameria del vecchio Martin Manzoni - chiamato “el Lola“ -, dove funzionavano le caldaie per il risotto e le luganighe e il tutto veniva distribuito gratuitamente al paese.
Oggi sono i capannoni adibiti per i festeggiamenti ad essere la “casa” di risotto e luganighe, con il gruppo di cucina attivo anche fuori dal periodo carnevalesco: oltre al carnevale, infatti, la società carnevale Lingera, organizza e gestisce altri eventi nel corso dell’anno, con il gruppo cucina conosciuto e particolarmente apprezzato in tutte le stagioni.
Il risotto e luganighe è servito tutt’ora durante la domenica, ultimo giorno del carnevale, anche da asporto; mentre il giorno dell’apertura, a cena, è la classica maccheronata offerta a tutta la popolazione e regnante a rifocillare i festaioli.
A proposito di risotto, vi siete mai chiesti come mai a carnevale, nella Svizzera italiana, il risotto è un piatto pressocché onnipresente? Franco Lurà ce lo ha raccontato qui: