A un quarto di secolo di distanza ancora non si sa – e probabilmente mai si saprà - quante persone, soprattutto studenti, vennero uccise a Pechino la notte fra il 3 e il 4 giugno 1989. A dipendenza delle fonti si va da alcune centinaia a svariate migliaia di morti. Il ricordo del massacro di piazza Tienanmen non è però strettamente legato al bilancio della repressione lampo dell’esercito cinese, bensì alla sfida (pacifica) lanciata da una parte della popolazione alla ricerca di democrazia, di libertà intellettuale, di onestà nelle istituzioni.
Qual è l’eredità storica dei fatti di piazza Tienanmen? A 25 anni di distanza, le autorità cinesi sono pronte a parlarne? Come è cambiato il Paese dopo quanto accaduto? Ne abbiamo parlato a Modem con Ilaria Maria Sala (collaboratrice de La Stampa, a Pechino all’epoca dei fatti), Paolo Longo (giornalista, collaboratore RSI dalla Cina) e con Dante Martinelli (ex ambasciatore svizzero a Pechino).
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