Cultura e spettacoli

Il giardino delle vergini omicide

A Cannes la crudeltà femminile firmata Sofia Coppola

  • 25 maggio 2017, 01:32
  • 14 settembre 2023, 10:04
The Beguiled

Nicole Kidman, Kirsten Dunst, Elle Fanning e le altre insieme alla regista

  • Universal

Donne sole e infelici, la dinamica vittima-carnefice dove i ruoli si possono scambiare e facilmente vince chi appare più debole (il presunto sesso debole, appunto), e tutti i meccanismi competitivi che possono nascere in un piccolo gruppo femminile, dove la conquista dell’uomo è solo una scusa per guerrigliare. Sono i temi intorno a cui ruota l’atteso The beguiled (L’inganno) di Sofia Coppola.

Kristen Dunst, Nicole Kidman, Elle Fanning, Colin Farrell sono i protagonisti di una sorta di thriller erotico: Farrell è un soldato nordista ferito che trova accoglienza, nonostante la diversa bandiera, in un collegio femminile del Sud durante la Guerra di Secessione americana. Il suo arrivo risveglia l’interesse di tutte: della direttrice Kidman, dell’insegnante Dunst, e delle studentesse dall’attrazione fisica della Fanning alla curiosità delle più piccole.

Un gruppo femminile così chiuso, addirittura barricato in una casa che diventa rifugio dalla guerra, e di cui fa parte la Dunst, ricorda da vicino quello similmente triste e biondo già presentato dalla regista americana nel Giardino delle vergini suicide, che qui ribalta le dinamiche psicologiche. Se lì la vendetta avveniva attraverso l’indifferenza e il suicidio, qui la lotta per le attenzioni – sessuali per le più grandi – del protagonista sfocia nella tortura e nella violenza più crudele.

Il soldato, che fino ad allora sembra muoversi fra le donne non troppo deciso sulle lusinghe a cui cedere, ha un guizzo che dà finalmente spessore al suo personaggio quando si accorge di trovarsi in un covo di mostri.

Remake della pellicola La notte brava del soldato Jonathan (1971) diretto da Don Siegel (a sua volta tratto dal romanzo "A Painted Devil" di Thomas P. Cullinan), se Colin Farrel non riesce ad eguagliare l’ambiguità di Clint Eastwood, i personaggi femminili sono qui avvolti da un’apparente mitezza che nasconde una terribile crudeltà. E questa cattiveria ci sembra l’aspetto più interessante del film.

Francesca Felletti

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