Cultura e spettacoli

Stefano Benni, il “lupo solitario” della satira (e non solo)

In un’intervista alla RSI, il giornalista Michele Serra ricorda lo scrittore bolognese: “Un comunista nel senso più profondo del termine, che coglieva la meravigliosa e divertente umanità nel mondo”

  • Oggi, 16:28
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La capacità di Benni di passare dal comico al tragico era una delle sue caratteristiche distintive

  • ANSA
Di: Alphaville/dielle 

Stefano Benni, scrittore e drammaturgo bolognese, è morto all’età di 77 anni. Autore di best seller come “Bar Sport” e “Terra”, Benni era noto per il suo stile unico che mescolava comicità e tragedia, fantasia e critica sociale.

01:15

È morto lo scrittore Stefano Benni

Telegiornale 09.09.2025, 12:30

Alphaville (Rete 2) ha intervistato stamattina il noto giornalista, umorista e scrittore italiano Michele Serra, amico e collega di Benni. “Era uno scrittore non facilmente classificabile che, nonostante il successo ottenuto in giovane età, non si è mai adagiato sugli allori. Era un uomo molto curioso, appassionato di tante cose, di teatro così come degli altri scrittori”, ha spiegato Serra.

La capacità di Benni di passare dal comico al tragico era una delle sue caratteristiche distintive e, a questo proposito, Serra ha citato Karl Kraus: “Il comico è solo il tragico visto di spalle”. Questa versatilità si riflette in romanzi come “Terra” e “Baol”, definiti “generazionali”.

“Terra”, in particolare, colpisce Serra per la sua attualità: “Un libro fantasy che prefigura un mondo devastato da guerre e conflitti spaventosi. Somiglia in modo impressionante al mondo nel quale viviamo adesso”. Il giornalista ha pure paragonato Benni allo scrittore statunitense Kurt Vonnegut per la capacità di usare il paradosso per criticare la società contemporanea.

La satira di Benni era profondamente politica e radicale. Serra lo definisce “comunista nel senso più profondo e più antico della parola”. Per lo scrittore bolognese, “le disuguaglianze sociali, di censo e di potere erano uno scandalo” da denunciare senza mezzi termini.

Nonostante la ferocia della sua critica, Benni sapeva cogliere “quanta meravigliosa e divertente umanità c’era al mondo”, come dimostra “Bar Sport”. La sua Bologna era un microcosmo in cui si riflettevano vizi e virtù della società italiana.

Benni non era solo uno scrittore, ma anche un uomo di teatro e un appassionato lettore pubblico. Serra ricorda una sua “bellissima lettura di Moby Dick sulle montagne del Trentino”. La sua curiosità lo portava a frequentare ambienti diversi dal “bel mondo letterario”, come dimostra la sua presenza a Bellinzona per assistere a una rappresentazione amatoriale di una sua commedia.

“Era effettivamente uno che ha vissuto in modo estremamente personale, persino ombroso, il successo”, conclude Serra. Un “lupo solitario”, fedele al suo soprannome, che ha lasciato un’impronta indelebile nella letteratura italiana contemporanea.

Ascolta l’intervista integrale

10:12

Addio a Stefano Benni

Alphaville 09.09.2025, 11:45

  • Ti-Press / Benedetto Galli
  • Mario Fabio
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