Anniversari

15 anni senza Adriana Zarri, voce libera che parla ancora

Teologa, scrittrice ed eremita, Zarri ha lasciato un patrimonio di pensiero e vita che continua a illuminare le inquietudini e le speranze contemporanee

  • 18 novembre, 13:00
  • 18 novembre, 13:36
Adriana Zarri
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Di: Rod 

Teologa, scrittrice, giornalista ed eremita, Adriana Zarri è stata una delle figure più originali e coraggiose del panorama religioso e culturale italiano del Novecento. A quindici anni dalla sua morte, avvenuta il 18 novembre 2010, il suo pensiero continua a risuonare con sorprendente attualità, capace di parlare alle inquietudini e alle speranze del nostro tempo.

Nata nel 1919, Zarri visse una vita intensa, segnata da una ricerca spirituale radicale e da un impegno costante nel dibattito ecclesiale e sociale. Nel 1975, dopo anni di ricerca della propria strada nel mondo, compì una scelta controcorrente: abbandonò la vita cittadina per ritirarsi in eremi della campagna piemontese. Non si trattava, disse, di fuga dal mondo, ma di un modo diverso di abitarlo. «Si sceglie perché si risponde a se stessi, al proprio desiderio», spiegava, rivendicando la libertà di una vocazione che non si piega all’utile o alla retorica.

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Nei suoi casali isolati, Zarri creò spazi di silenzio e di accoglienza, aperti a credenti e non credenti. La sua quotidianità era scandita da gesti semplici, la cura dell’orto, l’allevamento degli animali, la preghiera vissuta come incantamento gratuito. In questo ritmo essenziale maturò una sensibilità ecologica profonda, che lei stessa definiva «comunione cosmica», un sentirsi parte della terra e degli animali, in un legame carnale e spirituale con la creazione.

La sua voce fu sempre critica e polemica, ma mai sterile. Zarri interpretava i testi biblici con originalità, smascherando letture che perpetuavano disuguaglianze e proponendo visioni nuove, capaci di restituire dignità e senso. Queste visioni finivano spesso sulle pagine del Manifesto, il quotidiano italiano che sino alla fine l’ha accolta e valorizzata. La sua povertà era scelta di libertà, la sua preghiera un atto d’amore che non “serve” a nulla, proprio perché ha valore in sé.

Adriana Zarri ha lasciato un patrimonio di pensiero e di vita che ancora oggi interpella chi cerca un cristianesimo autentico, capace di dialogare con le sfide contemporanee e di vivere in armonia con la natura. La sua «teologia del probabile», ammetteva - cosa difficile da far digerire alle gerarchie ecclesiastiche del suo tempo - che del divino poco si può dire, che l’incertezza, più che altro, è ciò che deve caratterizzare la speculazione teologica. La sua voce, talvolta scomoda ma sempre sincera, rimane un faro per chi desidera una fede contemplativa e insieme impegnata, libera dalle convenzioni e radicata nella verità dell’esperienza.

Il suo messaggio non è confinato al passato, è un invito a riscoprire la forza della spiritualità come gesto di libertà, la bellezza della sobrietà come forma di resistenza, e la profondità del silenzio come spazio di incontro con il mondo. Contro il rumore, la velocità e consumismo, la vita di Zarri ricorda che la vera rivoluzione è imparare a stare, con autenticità, nella comunione con la terra e con gli altri. A conti fatti, non è soltanto una figura da ricordare, è una voce da ascoltare ancora. Una voce che chiede di credere che la fede, quando è vissuta senza compromessi e senza rigidità, può diventare davvero un atto di libertà e di amore universale.

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Adriana Zarri

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