“Devo ammettere che anche io ho avuto difficoltà a orientarmi”. Zoe Eulental fa da guida, di giorno, nel labirintico club “Wilde Renate”, di cui è direttrice. Con tre piani, tre sale e dodici DJ, innumerevoli stanze chill-out e diversi bar, la notte si trasforma in giorno.
Il “Wilde Renate” è una casa decadente, situata nel bel mezzo di un quartiere residenziale. Gli edifici circostanti sono stati ristrutturati, ma Renate resta selvaggia, per ora. Alla fine dell’anno incombe la chiusura: il proprietario vuole rinnovare e il celebre club dovrà chiudere, dopo 18 anni.
Zoe Eulental ha già dovuto chiudere due club negli ultimi tre anni per lo stesso motivo, con cento persone che perderanno il lavoro.

L'edificio del "Wilde Renate" è uno dei pochi a non essere stato rinnovato nel quartiere
La leggendaria vita notturna berlinese, senza orari di chiusura, sta cambiando. “Le nottate lunghissime sono cambiate radicalmente dopo il Covid”. Al “Renate” si fa festa fino alle 8 del mattino. “Una volta non c’era un orario di fine: si guardava semplicemente quanto a lungo la gente riusciva a restare in piedi”.
Berlino, scena culturale sotto pressione (International, SRF, 03.09.2025)
Il clubbing è anche diventato molto più costoso: quindici anni fa si poteva entrare in un club con 5 euro. Oggi il biglietto può facilmente costare 30 euro, più le consumazioni. Se lo possono permettere soprattutto gli over 30.
Berlino e la crisi dei club techno
Alphaville 25.02.2025, 11:30
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“Senza i club, Berlino perde il suo cuore”, afferma Emiko Gejic. Fa lobbying nella Commissione Club per sostenere una scena che fino al 2019 era in pieno boom “La città era esplosa, davanti a ogni club c’erano code lunghissime, ora è diverso”. Una situazione su cui pesano anche l’aumento dei prezzi dell’energia, dei costi del personale e degli affitti.

Emiko Gejic
La politica berlinese ha riconosciuto il problema. In fondo si tratta di un fattore economico rilevante: oltre 300 club ufficiali e 60’000 eventi hanno generato 1,5 miliardi di euro nella capitale nel 2023, grazie al turismo legato ai club. Il Governo offre luoghi alternativi per le serate nei club, ad esempio negli ex aeroporti di Tegel e Tempelhof, ma ciò che aiuterebbe davvero sarebbero altre strutture. Bisognerebbe proteggere ciò che già esiste, ma ci sono troppi interessi in gioco.
I club fanno parte del DNA della città
La musica elettronica è parte integrante dell’identità di Berlino. LA techno ha segnato gli anni ’90, quando nacque la Love Parade, ed è oggi riconosciuta come patrimonio culturale mondiale dall’UNESCO. I club, con i loro musicisti spesso molto quotati, sono luoghi di culto e di cultura.

A Berlino ci sono regolarmente rave di giorno, tra cui quello del 1° maggio
La città di Berlino è diventata una metropoli del divertimento grazie alla sua storia di città divisa.
Nell’anarchia è nata una sottocultura variegata
Negli anni ’80, molti giovani facevano pellegrinaggi a Berlino Ovest. Anche Christiane Rösinger fuggì dalla monotonia del sud della Germania. Dalla realtà ordinata e perfetta a una metropoli decadente e morente, “tutto era grigio, fumoso, distrutto, mancava sempre una casa. Era incredibilmente affascinante. Tutti quelli che incontravi dicevano: ‘Ah, io faccio arte, faccio questo e quello’”.

Christiane Rösinger davanti al teatro HAU, dove viene rappresentato il suo "Die grosse Klassenrevue"
Dopo la caduta del muro, nella parte est della città poté svilupparsi una sottocultura variegata. Artisti, bar e club si insediarono tra le rovine delle case. La polizia era impegnata con il processo di riunificazione della città. Rösinger faceva musica, ad esempio con i Lassie Singers, e gestiva il Flittchenbar.
C’era anche molto alcol, racconta la 64enne: “Sono svenuta due volte e mi ha portata via l’ambulanza. A un certo punto è diventato troppo faticoso. Ma è normale, avevo già più di cinquant’anni”.
Oggi molti degli spazi liberi di un tempo sono scomparsi, Berlino si densifica, viene gentrificata e la sottocultura viene spinta ai margini. “Sono davvero preoccupata che tutto vada a rotoli. C’è una grande incertezza”.
La scena indipendente è in grande difficoltà
A Berlino, per molto tempo la vita è stata molto economica, ma le cose sono cambiate. Per le tante artisti, musicisti, pittori e ballerini indipendenti, è diventato quasi impossibile trovare uno spazio di lavoro a prezzi accessibili.
Magdalena Mitterhofer aveva quasi rinunciato a cercarne uno. Poi ha ottenuto uno studio di danza a buon prezzo grazie all‘agenzia immobiliare della città. “Quando fai un certo tipo di arte, ti chiedi continuamente cosa farai in seguito. Avere uno spazio così ti dà una certa sicurezza”.

Il poeta Tobias Herold e l'artista Magdalena Mitterhofer beneficiano di spazi di lavoro sovvenzionati
Si sente sempre in bilico, racconta la 31enne. Quando non ha un progetto, ha bisogno dell’assistenza sociale. Di tanto in tanto ha ricevuto incarichi in grandi teatri. Ma ora è finita. Le autorità di Berlino hanno deciso tagli drastici alla cultura e le grandi istituzioni stanno eliminando proprio questi progetti indipendenti.
I tagli alla cultura colpiscono una scena già insicura
Nel solo 2025, il budget culturale è stato ridotto di 130 milioni di euro. Questo colpisce anche grandi istituzioni come il celebre Berliner Ensemble. “Abbiamo saputo solo a gennaio che avremmo dovuto risparmiare un milione nell’anno in corso. Non è una pianificazione economica sostenibile” lamenta il direttore del teatro, Oliver Reese.

Oliver Reese, il direttore del Berliner Ensemble, conosciuto anche come "Teatro di Brecht"
Sono stati colpiti produzioni, scenografi, costumisti e registi. Le piccole istituzioni temono per la loro sopravvivenza. Questi tagli improvvisi hanno provocato un’ondata di indignazione nella scena culturale berlinese, che già si trova in una fase difficile.
Molti si chiedono: cosa ha da offrire Berlino, se non la sua scena culturale variegata, i suoi club e la vibrante scena indipendente? In gioco c’è l’identità stessa della città.
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Konsigli 15.09.2025, 17:45
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