Approfondimento

C’è spazio per la concorrenza sui binari svizzeri?

L’Unione Europea fa pressione per un’apertura internazionale della rete ferroviaria - Le autorità non sono contrarie alla liberalizzazione, ma vogliono tutele

  • 5 maggio, 07:24
  • 5 maggio, 12:42
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Di: Anand Chandrasekhar (swissinfo.ch)/sf

La Svizzera e l’Unione Europea (UE) sono pronte a riprendere le discussioni sulle loro relazioni bilaterali, per rivedere i numerosi accordi che le legano. Tra i temi sul tavolo dei negoziati c’è anche la revisione dell’attuale accordo sui trasporti terrestri e l’UE chiede che la Svizzera liberalizzi parzialmente il traffico ferroviario internazionale, come sottolinea un approfondimento di swissinfo.ch.

“L’idea alla base dell’introduzione di più servizi internazionali è quella di spingere più persone a usare il treno invece dell’aereo, creando un ambiente più competitivo” afferma Bernhard Lauterburg, un avvocato dello studio legale svizzero Prager Dreifuss.

Il Consiglio federale, di principio, non è contrario a una liberalizzazione della rete ferroviaria, in quanto premetterebbe alle compagnie ferroviarie svizzere di accedere ai mercati esteri. Un accesso che al momento è possibile solo in collaborazione con aziende straniere.

Il Governo vuole però alcune tutele per la Svizzera. In particolare l’assicurazione che le società straniere aderiscano agli standard sociali, per evitare il dumping salariale, e il mantenimento della sovranità sull’assegnazione delle tratte ferroviarie.

Il vaso di Pandora

Vincent Ducrot, direttore generale delle FFS, teme che un’apertura porterebbe i servizi ferroviari internazionali ad avere la precedenza su quelli svizzeri. L’UE starebbe valutando di dare la priorità ai servizi internazionali, ma le tratte ferroviarie svizzere sarebbero tutte occupate, ha detto a Le Temps. Sulla tratta Ginevra-Parigi, ad esempio, dove diverse aziende europee vorrebbero fare delle offerte, bisognerebbe rimuovere un convoglio per fare spazio a un altro, spiega Ducrot.

La mappa ferroviaria della Svizzera

Al momento inoltre in Svizzera viene data la precedenza al traffico di linea nazionale, mentre i treni internazionali sono in coda nelle priorità, sottolinea il direttore. Se in seguito ai negoziati tra Berna e Bruxelles venisse ripreso il diritto europeo le cose potrebbero cambiare. L’UE starebbe infatti riflettendo alla standardizzazione del sistema su tutto il continente, dando la priorità al traffico internazionale.

Lauterburg capisce le preoccupazioni del patron delle FFS e concorda che l’interno sistema svizzero non possa essere sacrificato per qualche treno internazionale. Vede però delle scappatoie che l’UE potrebbe sfruttare nel corso dei negoziati. “Durante le festività entrano in servizio dei treni aggiuntivi che arrivano in stazione pochi minuti dopo i regolari convogli. Deve quindi esserci qualche spazio libero nella rete ferroviaria” rileva l‘avvocato.

Tutti a bordo del FlixTrain?

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Un’altra preoccupazione da parte svizzera è che il servizio ferroviario tedesco a basso costo FlixTrain sia il maggiore beneficiario della liberalizzazione. Oltre alla Germania, la compagnia è attiva in Svezia e offre un collegamento tra Berlino e Basilea. Lo scorso anno la Commissione europea ha annunciato il sostegno a 10 progetti pilota ferroviari transfrontalieri per “connettere l’Europa in treno”, tra cui il collegamento di FlixTrain tra Monaco e Zurigo.

“Vorremmo offrire collegamenti FlixTrain transfrontalieri con la Svizzera e siamo in contatto con l’Ufficio federale dei trasporti per discuterne” afferma il portavoce dell’azienda, Sebastian Meyer.

Una situazione che ha alimentato i timori di dumping salariale. Lo scorso giugno, il sindacato del personale dei trasporti (SEV) si è opposto alle richieste di liberalizzazione del trasporto passeggeri su rotaia nelle discussioni tra Svizzera e UE. Una posizione che ha ricevuto l’appoggio della Federazione europea dei lavoratori dei trasporti: “In particolare è preoccupante l’espansione di FlixTrain sulla rete svizzera, perché questo modello di business rischia di estendere il dumping sociale nel Paese, che finora è stato un modello per un sistema ferroviario ben funzionante e socialmente rispettoso” si legge in un comunicato stampa del 21 giugno 2023.

Da parte di FlixTrain si cerca di smorzare queste preoccupazioni. “Lavoriamo con i nostri partner per garantire che i posti di lavoro siano e restino attraenti - afferma Meyer - Concretamente, paghiamo ben al di sopra del salario di base, forniamo un posto di lavoro all’avanguardia con una politica di apertura: se un dipendente è insoddisfatto, spesso se ne discute con il suo diretto superiore”.

Anche se FlixTrain potrebbe avere un impatto per i salari dei lavoratori svizzeri, Lauterburg dubita che l’azienda tedesca si imporrà. “I FlixTrain probabilmente non saranno un problema, perché ci saranno un paio di convogli al giorno in Svizzera. Non si può però dare la priorità a qualche centinaio di clienti dell’azienda su tutta la rete ferroviaria svizzera” sottolinea l’avvocato.

La migliore possibilità per la Svizzera di negoziare una liberalizzazione con l’UE potrebbe venire dal malcontento all’interno dell’Unione stessa. Se la proposta di dare la precedenza al traffico internazionale potrebbe funzionare in Francia, dove i TGV viaggiano su una rete separata rispetto ai convogli regionali, potrebbe non essere accettata altrove nell’UE.

Lauterburg avanza l’esempio dei Paesi Bassi che, come in Svizzera, ha adottato un orario ferroviario sincronizzato negli anni ‘70 e dubita del sostegno alla priorità dei convogli internazionali se dovesse mettere in difficoltà il sistema nazionale. “Quello che vuole la Commissione europea è una cosa, ma dubito che i gli Stati membri sostengano questo tipo di liberalizzazione, in particolare quelli con una densa rete ferroviaria e un orario zeppo” conclude.

L’articolo originale è stato pubblicato da swissinfo.ch e tradotto dalla redazione di “dialogo”, un’offerta della SSR che propone contenuti da tutta la Svizzera tradotti in tutte le lingue nazionali e in inglese, oltre a uno spazio di dibattito, anche questo tradotto e moderato.

SEIDISERA del 27.04.24, l’intervista di Alan Crameri 

RSI Svizzera 27.04.2024, 18:51

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